domenica 27 novembre 2016

Piemonte, dopo 5 anni i conti della sanità tornano sotto controllo

LE REDINI della sanità tornano nelle mani dei piemontesi dopo cinque anni di "commissariamento". Dal primo gennaio il Piemonte sarà fuori dal "piano di rientro" e dai pesanti vincoli sulla autonomia decisionale, cui era stato costretto dal governo, a causa dell'enorme mole di debiti accumulata negli anni nel comparto sanitario. Questo "non vuol dire liberi tutti", ha precisato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, annunciando la nuova intesa raggiunta con l'esecutivo nazionale, ma una gestione improntata ancor più al rigore e alla responsabilità"; che però permetterà alla Regione di allentare i cordoni della borsa e tornare ad avere "piena autonomia e piena disponibilità di risorse per gli investimenti, il personale e l'assistenza territoriale e domiciliare".
La notizia arriva al termine di una lunga trattativa tra i vertici di piazza Castello e il ministero delle Finanze: la Regione si impegnerà a rispettare un nuovo "piano di pagamenti", con il quale coprirà in 10 anni 1,505 miliardi di euro di arretrati, assicurando ai fornitori di scendere nei tempi di pagamento dagli attuali 110 giorni ("Quando siamo stati eletti erano 380 giorni" ha puntualizzato il vicepresidente Aldo Reschigna) ai 60 stabiliti dall'Ue e imposti dal ministero. "L'obiettivo - assicura Chiamparino - sarà raggiunto con le nostre risorse e senza fare ricorso a nuove tasse".
L'opera di risanamento sarà condotta in autonomia e senza più vincoli e imposizioni romane. Per colmare il "buco" del sistema sanitario la Regione verserà 582 milioni - l'ammontare dei debiti commerciali - in sei anni 65 milioni all'anno nel 2017enel 2018 e 113 milioni dal 2019 al 2022. La quota rimanente di 884 milioni è costituita dai fondi rischi accantonati dalle Asl e dalle Aso e sarà colmata dal 2023 al 2026 con trasferimenti da 200, 220, 240 e 263 milioni l'anno.
La fine del "commissariamento" ridarà respiro al bilancio regionale, liberando una parte dei 74 milioni di euro utilizzati oggi per le prestazioni, come l'assistenza domiciliare, che il governo non considerava coperte dal fondo sanitario nazionale. "Ci togliamo il marchio negativo di unica regione del nord commissariata, pur avendo stesse performance di Toscana ed Emilia - fa notare l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta - Ciò non significa tornare indietro o compiere gli stessi errori del passato, ma nemmeno ridurre l'offerta o il pedonale sanitario. La ricetta è aumentare l'offerta sanitaria, qualificandola e rendendola più rispondente alle esigenze del territorio".
Gabriele Guccione

(la Repubblica 18 novembre)