venerdì 9 dicembre 2016

REALPOLITIK A 5 STELLE

La giunta 5 stelle ha detto sì, compatta, al nuovo centro commerciale nell'area Westinghouse. Non solo. Ha fatto altrettanto di fronte alla proposta di raddoppio dell'ipermercato di corso Romania.
Colpiscono due aspetti. Il primo è la coerenza. Quando l'allora assessore all'urbanistica Stefano Lorusso (Pd), aveva annunciato «la nascita di nuovi centri commerciali per finanziare la trasformazione di Torino», i grillini erano insorti. «Palazzinaro», «cementificatore» ecc.. Nei comizi  uno degli slogan di Chiara Appendino era stato: «Mai più centri commerciali».
Il secondo aspetto è la compattezza sovietica del voto grillino. Perché è normale che quando la politica opera con disinvoltura queste inversioni a «u» (tipiche della prima e della primissima repubblica), qualcuno tra gli invertitori abbia un sussulto: «Ma come, proprio io? Io che avevo promesso al panettiere sotto casa che mai avrei fatto nascere un centre commerciale con forno incorporato e pizza calda a tutte le ore, io, proprio io dovrò andargli a spiegare che è tutto falso, che s'era scherzato che, insomma, che casa vuole che siano due sfilatini in meno... Sa, il suo sacrificio ci serve per tenere in vita il Regio».
Accade, talvolta, che questo rimescolamento interiore, questo impasto di sentimenti contrapposti, produca l'incredibile: la crisi di coscienza. E che dunque, al momento di votare l'ipermercato, pensando al panettiere buggerato, il politico prenda il coraggio a due mani e dica: «Io non ci sto». La coerenza vorrebbe che votasse contro. Ma può anche spingersi solo alla più flebile astensione. Così, tanto per segnalare ai posteri che quel giorno l'assessore grillino «pincopallo» aveva avuto un sussulto. Non che questo possa cambiare il destino della città ma insomma, potrà servire per raccontare ai nipoti: «Vostro nonno si oppose all'idea di far chiudere il panettiere in periferia per pagare l'opera lirica ai ricchi».
Niente da fare. Il pronunciamento pro Auchan è stato invece completo, plateale e senza tentennamento alcuno. Sarà stata la scoperta dei problemi concreti a suscitare l'improvviso cambio di rotta? Sarebbe molto triste. Un programma elettorale così pieno di sogni che, dopo aver volato tanto alto, si schianta sul banale selciato della realtà.  
Paolo Griseri

(la Repubblica 1 dicembre)