giovedì 16 febbraio 2017

Ignoranza biblica: Romano e Scalfari

«Il tratto comune delle tre grandi religioni monoteiste è l'esistenza, per ciascuna di esse, di un libro che contiene le verità rivelate e i precetti del Signore. Per gli ebrei è la Bibbia con particolare riferimento all'Antico Testamento; per i cristiani è il Nuovo Testamento (ma molti protestanti leggono anche l'Antico Testamento); per i musulmani è il Corano. Esistono anche altri libri fra cui la Torah per gli ebrei, gli Atti degli apostoli per i cristiani, gli Hadith (detti autentici del Profeta) per i musulmani». Così Sergio Romano nella rubrica che tiene sul «Corriere della Sera» (dal titolo Il libro delle verità, 27 dicembre 2016). Alcuni protestanti leggono l'Antico Testamento?! E la Torah non è parte dell'Antico Testamento?! E gli Atti degli Apostoli non fanno parte del Nuovo Testamento?!
Qualche giorno prima, Eugenio Scalfari nell'articolessa di Natale (Dalla guerra all'Isis al senso del Natale cristiano, 24 dicembre 2016) scrive tre strafalcioni: 1) Natale è memoria della trascendenza e non dell'incarnazione; 2) i Vangeli sinottici sono quattro, che invece sono quelli canonici; 3) tra gli evangelisti solo Giovanni era un apostolo, mentre lo era anche Matteo. E dire che bastava consultare le voci di Wikipedia.

(il foglio n. 438 – 2017)