lunedì 20 novembre 2017

I RACCONTI: CONTINUITA' E "DISTANZA"


Sarà bene non dimenticarlo mai: “ Alla verità, ormai lo sappiamo, a Dio, al mondo o a se stessi non c’è accesso immediato. Il racconto è distanza e discontinuità. E di fatto i Vangeli si presentano a noi come relazione, scarto, differenza tra la predicazione di Gesù e quella della comunità primitiva, tra Gesù soggetto della predicazione del Regno e Gesù oggetto della predicazione della comunità. C’è inadeguatezza, distanza, c’è uno spazio nel quale si gioca la libertà della nostra fede che interpreta il testo del Nuovo Testamento… (Yann Redalié, in Gioventù evangelica, 1985: 94-95, pag. 27. Si veda pure P. Gisel, Vérité et Histoire. La théologie dans la modernité.
Ernst Kaesemann, Beauchesne, Labor et Fides, Paris 1877, pag. 513). La continuità della fede si realizza attraverso linguaggi che, in qualche misura, comportano sempre una certa discontinuità.
Franco Barbero