giovedì 18 gennaio 2018

QUELLA PUBBLICITÀ CHE CI FA DEL MALE: SORRIDENDO

Gentile Michele Serra, in tutti i programmi televisivi, qualunque sia l'emittente, compaiono due tipi di inserti sui quali ci sembra doverosa una riflessione: quelli riguardanti le varie offerte di cibi per animali (cani e gatti) e quelli che reclamizzano i vari giochi d'azzardo. In un mondo nel quale milioni di esseri umani soffrono la fame inorridiamo e ci ribelliamo emotivamente nel vedere quegli animali trattati come bambini viziati, nutriti con "prelibatezze" accuratamente preparate, vezzeggiati. Ci si obietterà che anche i cani e i gatti devono mangiare e che le aziende produttrici dei cibi in questione devono pur vendere i loro prodotti.
Ma
est modus in rebus! Quanto agli spot inneggianti alle straordinarie vincite "garantite" dai giochi, che però possono creare dipendenza, come può lo Stato - che ci guadagna e parecchio - non preoccuparsi della salute mentale e sociale di coloro che si lasciano coinvolgere, sia pure per necessità (in tempi di disoccupazione la tentazione può essere forte) o per ignoranza o per immaturità?
Vittoria e Franco Padovani


Le pubblicità di chi per cani e gatti "raffinati", piattini da chef serviti su porcellane delle quali le bestie non sanno che farsene, disgustano anche me. E non solo perché penso possano offendere umani affamati o in miseria, ma perché penso che offendano anche gli animali.  Ne ho scritto più volte: il processo di "umanizzazione" degli animali da compagnia, trasformati in meta-figli forse per soccorrere le ansie di una società sterile, fa torto alla natura, alla sua libertà e alla sua splendida ferinità. Quanto alla piaga del gioco d'azzardo, sarei per vietare la pubblicità di quella droga così come è vietata la pubblicità delle altre, a partire dalle sigarette. Trovo desolante, per giunta, che campioni sportivi di forte reddito cedano alla tentazione di qualche milione in più prestando la faccia alle società di scommesse. Come se non sapessero a quale tragedia sociale stanno portando il loro sorridente contributo.
Michele Serra

(Il Venerdì 5 Gennaio 2018)