giovedì 1 marzo 2018

Chi possiede la vera fede?

Quand'ero bambino, Gerusalemme era una città mista. Cerano quartieri arabi e quartieri ebraici e quartieri armeni, e uno tedesco e una colonia americana e una greca - era insomma una delle cittadine più cosmopolite del mondo. (...) In ogni quartiere si pregava in modo diverso, si parlava una lingua diversa e ci si abbigliava diversamente. Sì, comunicavano. Nella vita quotidiana, negli anni quaranta, non mancavano le tensioni, ma non c'era violenza. Ognuno sapeva, in un modo o nell'altro, che anche gli altri facevano parte del contesto. L'unica cosa che tutti avevano in comune era la segreta aspirazione messianica. Ognuno era convinto di rappresentare l'autentico retaggio di Gerusalemme, la vera religione, la vera fede. (...) E naturalmente, a Gerusalemme la smania religiosa, le tensioni interconfessionali erano tali che si poteva o diventare matti o sviluppare un ottimo senso dell'umorismo. O ancora, un senso di relatività. La convinzione insomma che, d'accordo, ciascuno ha la sua storia, ma non ce n'è una più valida o avvincente di un'altra. Ora mi torna in mente una vecchia storiella, dove uno dei personaggi - ovviamente siamo a Gerusalemme, e dove sennò - è seduto a un piccolo caffe, e c'è una persona anziana seduta vicino a lui, così i due cominciano a chiacchierare. E poi salta fuori che il vecchio è Dio in persona. D'accordo, il personaggio non ci crede subito lì per lì, però grazie ad alcuni indizi si convince che è seduto a tavolino con Dio. Ha una domanda da fargli, ovviamente molto pressante. Dice: «Caro Dio, per favore, dimmi una volta per tutte, chi possiede la vera fede? I cattolici o i protestanti? O forse gli ebrei o magari i musulmani? Chi possiede la vera fede?». Allora Dio, in questa storia, risponde: «A dirti la verità, figlio mio, non sono religioso, non lo sono mai stato, la religione nemmeno m'interessa».

Amos Oz, Contro il fanatismo, Feltrinelli