Come imparare la tolleranza da un calendario
Un calendario del dialogo per una scuola multiculturale. E' un'iniziativa del ministero dell'istruzione per favorire l'integrazione fra le diverse comunità, tradizioni, religioni che convivono nel nostro Paese. In realtà il calendario è il bioritmo di una civiltà, ne scandisce le ore e i giorni, il tempo del quotidiano e soprattutto quello della festa. Natale, Pasqua, Ognissanti, l'Immacolata, il 25 aprile, il Primo maggio. Per noi questa successione di ricorrenze è talmente scontata da sembrare naturale. Ma il nostro tempo non corrisponde a quello di altri popoli. Basti pensare alle date del Natale. Che per i cattolici cade il 25 dicembre mentre per gli ortodossi, il 7 gennaio. Senza parlare della solennità islamica che ricorda la nascita di Maometto il 1° dicembre. O al giorno del risveglio buddista, quello in cui Budda ricevette l'illuminazione, che è l'8 dicembre. Ormai in una società come la nostra, sempre più mescolata, comunicante, dove persone con usi, costumi, religioni diverse condividono gli stessi spazi è necessario conoscere e riconoscere anche i tempi degli altri. Così il Miur ha elaborato un calendario della convivenza sincronizzando quello scolastico con quello liturgico delle diverse chiese, con i lunari delle comunità ebraiche, islamiche e di altre religioni (www.noisiamopari.it). È una mappa, dice la ministra Valeria Fedeli, "che riconosce festività civili e/o religiose consolidate, ma che al tempo stesso intende portare ad evidenza il significato che altre feste hanno per chi le osserva».
Il risultato è un prezioso almanacco delle coincidenze e delle differenze.
Perché la conoscenza è la premessa della tolleranza.
Marino Niola
(Il Venerdì 2 marzo)
Un calendario del dialogo per una scuola multiculturale. E' un'iniziativa del ministero dell'istruzione per favorire l'integrazione fra le diverse comunità, tradizioni, religioni che convivono nel nostro Paese. In realtà il calendario è il bioritmo di una civiltà, ne scandisce le ore e i giorni, il tempo del quotidiano e soprattutto quello della festa. Natale, Pasqua, Ognissanti, l'Immacolata, il 25 aprile, il Primo maggio. Per noi questa successione di ricorrenze è talmente scontata da sembrare naturale. Ma il nostro tempo non corrisponde a quello di altri popoli. Basti pensare alle date del Natale. Che per i cattolici cade il 25 dicembre mentre per gli ortodossi, il 7 gennaio. Senza parlare della solennità islamica che ricorda la nascita di Maometto il 1° dicembre. O al giorno del risveglio buddista, quello in cui Budda ricevette l'illuminazione, che è l'8 dicembre. Ormai in una società come la nostra, sempre più mescolata, comunicante, dove persone con usi, costumi, religioni diverse condividono gli stessi spazi è necessario conoscere e riconoscere anche i tempi degli altri. Così il Miur ha elaborato un calendario della convivenza sincronizzando quello scolastico con quello liturgico delle diverse chiese, con i lunari delle comunità ebraiche, islamiche e di altre religioni (www.noisiamopari.it). È una mappa, dice la ministra Valeria Fedeli, "che riconosce festività civili e/o religiose consolidate, ma che al tempo stesso intende portare ad evidenza il significato che altre feste hanno per chi le osserva».
Il risultato è un prezioso almanacco delle coincidenze e delle differenze.
Perché la conoscenza è la premessa della tolleranza.
Marino Niola
(Il Venerdì 2 marzo)