lunedì 12 marzo 2018

No del Comune al bus Stop-Gender

È braccio di ferro tra il Comune e il «Bus della Libertà», un'iniziativa di Citizen-Go e Generazione Famiglia - Le Manif Pour Tous Italia che sta portando in giro la campagna «Stop-Gender» ovvero, «Non confondete l'identità sessuale dei bambini». Ieri il Comune ha revocato al bus il permesso di occupazione di suolo pubblico al Rondo Rivella, tra corso San Maurizio e corso Regina Margherita, oggi alle 11. L'assessore ai Diritti e alle Famiglie Marco Giusta spiega che «gli organizzatori hanno inviato una richiesta con informazioni errate: una domanda a nome di CitizenGo per una manifestazione dedicata alla "sensibilizzazione sulla salute psicofisica dei bambini", mentre l'obiettivo dichiarato, anche attraverso organi di stampa, sarebbe quello di denunciare la nuova ondata di una fantomatica "colonizzazione ideologica, al pari del nazismo e del comunismo"». Ancora Giusta: «La revoca del permesso, peraltro non ritirato nei tempi prescritti, risponde alla mozione del Consiglio comunale che impegna la Giunta a non concedere spazi a organizzazioni omofobiche e transfobiche».
La replica degli organizzatori e arrivata subito: «Il Bus della Libertà fermerà alle 11 in Rondo Rivella, come da prima autorizzazione del Comune. Non intendiamo cedere nulla di fronte alle pretese liberticide dell'assessore e della lobby che rappresenta: se saremo multati, sarà il prezzo che i liberi cittadini devono pagare per la libertà di espressione dove comanda il pensiero unico». I promotori della manifestazione omofoba insistono sulla «fortissima influenza della lobby lgbt sulle politiche comunali, incarnata dalla stessa presenza in Giunta dell'ex responsabile di Arcigay locale, nominato ideologicamente Assessore "alle famiglie"». Seguono attacchi al governo torinese «promotore di iniziative ideologiche come i "semafori Lgbt" con l'immagine illuminata di coppie gay». Vietato, per «Stop-Gender», anche parlare apertamente di omosessualità nelle scuole o portare gli studenti a riflettere sulla condizione omosessuale. Dal Torino Pride, che raggruppa decine di associazioni lgbt, il coordinatore Alessandro Battaglia commenta così: «Riteniamo che in questa iniziativa poco vi sia di interessante a parte l'evidente aspetto grottesco. Le iniziative pubbliche di sostegno ai diritti delle persone lgbt intraprese da associazioni e dalle varie amministrazioni pubbliche sono solo un segno di civiltà e inclusione».
Maria Teresa Martinengo

(La Stampa 24 marzo)