Segnalazioni
BART D. EHRMAN, E Gesù diventò Dio, Edizioni Nessun dogma, Roma 2017, pag. 358, € 20.00.
Chi è attento alla ricerca cristologica, a livello biblico, negli ultimi 50 anni, difficilmente troverà delle novità e delle sorprese in queste pagine. Anzi, sul piano esegetico, alcune interpretazioni dei testi di Paolo e del Vangelo di Giovanni, a me risultano un po' semplicistiche.
Ma in ogni caso le domande e le questioni riguardanti la coscienza e l'identità di Gesù di Nazareth sono poste in modo coinvolgente. La scrittura è limpida e fluente tanto che leggere diventa quasi più un divertimento che una fatica. La lettura riserva sempre un'attenzione ai particolari che spesso anche la ricerca storica non illumina. Ed è questo, a mio avviso, il pregio di questo libro in cui lo storico tenta con rigore di mettere in luce e documentare l'evoluzione del Gesù profeta di Nazareth fino alla "costruzione a tappe" della dogmatica cristologica, trinitaria, mariana.
Sono affascinanti l'intreccio e l'intrico di "correnti", di sinodo, di autori in cui vengono alla luce battaglie, interessi, esclusioni e la costruzione dei paradigmi della ortodossia e dell'eresia.
La parte più interessante, a mio avviso, è questo gusto del rigore storico che delinea per chi legge un territorio in continua ebollizione. Anche Nicea non riuscirà a chiudere la partita.
L'arianesimo, che non accetta la svolta che fa di Gesù un Dio non sarà mai accantonate e spento. Il nostro Autore stranamente dimentica gli autori unitariani e antitrinitari del sedicesimo secolo e il loro ancoraggio ad una interpretazione lontana da Nicea.
Anche i documenti citati, spesso difficilmente rintracciabili, vengono scelti con una accurata documentazione delle fonti.
Oggi, mentre si cerca invano di oscurare la ricerca cristologica transdogmatica, questa "corsa" nei secoli è ossigenante e fa gioire nel ritrovare antiche parentele con le cristologie condannate a Nicea, Costantinopoli e Calcedonia. Si tratta di un filo rosso "mai spento" per cui non risulta del tutto veritiero scrivere che "ancora oggi Gesù rimane il Dio che i cristiani onorano e pregano in tutto il mondo" (pag, 326). Oggi esiste una ricerca estremamente seria e documentata che ci mette in contatto con il Gesù storico, anche se "toccare e negare" la sua divinità ontologica fa scattare le sanzioni ecclesiastiche.
Caro lettore e cara lettrice non perdetevi questa occasione di una lettura estremamente coinvolgente e preziosa per un cammino di credenti adulti.
BART D. EHRMAN, E Gesù diventò Dio, Edizioni Nessun dogma, Roma 2017, pag. 358, € 20.00.
Chi è attento alla ricerca cristologica, a livello biblico, negli ultimi 50 anni, difficilmente troverà delle novità e delle sorprese in queste pagine. Anzi, sul piano esegetico, alcune interpretazioni dei testi di Paolo e del Vangelo di Giovanni, a me risultano un po' semplicistiche.
Ma in ogni caso le domande e le questioni riguardanti la coscienza e l'identità di Gesù di Nazareth sono poste in modo coinvolgente. La scrittura è limpida e fluente tanto che leggere diventa quasi più un divertimento che una fatica. La lettura riserva sempre un'attenzione ai particolari che spesso anche la ricerca storica non illumina. Ed è questo, a mio avviso, il pregio di questo libro in cui lo storico tenta con rigore di mettere in luce e documentare l'evoluzione del Gesù profeta di Nazareth fino alla "costruzione a tappe" della dogmatica cristologica, trinitaria, mariana.
Sono affascinanti l'intreccio e l'intrico di "correnti", di sinodo, di autori in cui vengono alla luce battaglie, interessi, esclusioni e la costruzione dei paradigmi della ortodossia e dell'eresia.
La parte più interessante, a mio avviso, è questo gusto del rigore storico che delinea per chi legge un territorio in continua ebollizione. Anche Nicea non riuscirà a chiudere la partita.
L'arianesimo, che non accetta la svolta che fa di Gesù un Dio non sarà mai accantonate e spento. Il nostro Autore stranamente dimentica gli autori unitariani e antitrinitari del sedicesimo secolo e il loro ancoraggio ad una interpretazione lontana da Nicea.
Anche i documenti citati, spesso difficilmente rintracciabili, vengono scelti con una accurata documentazione delle fonti.
Oggi, mentre si cerca invano di oscurare la ricerca cristologica transdogmatica, questa "corsa" nei secoli è ossigenante e fa gioire nel ritrovare antiche parentele con le cristologie condannate a Nicea, Costantinopoli e Calcedonia. Si tratta di un filo rosso "mai spento" per cui non risulta del tutto veritiero scrivere che "ancora oggi Gesù rimane il Dio che i cristiani onorano e pregano in tutto il mondo" (pag, 326). Oggi esiste una ricerca estremamente seria e documentata che ci mette in contatto con il Gesù storico, anche se "toccare e negare" la sua divinità ontologica fa scattare le sanzioni ecclesiastiche.
Caro lettore e cara lettrice non perdetevi questa occasione di una lettura estremamente coinvolgente e preziosa per un cammino di credenti adulti.
Franco Barbero