Per
molti anni nella comunità cristiana di base di Pinerolo di cui
faccio parte sembrò normale che la preparazione al matrimonio tra
credenti dovesse avvenire in momenti diversi per eterosessuali ed
omosessuali e persone Lgbtq.
Solo
negli ultimi 4 anni è maturata l’idea e la prassi pastorale di un
unico “gruppo verso il matrimonio”. Le celebrazioni sono sempre
state (da ben 40 anni) liturgicamente paritarie, ma fu più lenta
l’acquisizione di un identico cammino comunitario, consapevoli che
si va in ogni caso verso la famiglia nelle sue declinazioni plurali.
Propongo
questo percorso come piccolo passo possibile che può essere compiuto
in una parrocchia o in una comunità. Il problema è scoprire e
vivere l’amore, non il fatto che esso sia etero o omosessuale. E’
il dono di Dio che fa esistere la famiglia in molte famiglie.
Questa
teologia e questa prassi pastorale mostrano nei fatti di essere la
casa accogliente di tutti i figli e le figlie di Dio.
Ma
attenti: la coppia che per motivi personali ed ambientali, desidera
compiere un cammino particolare e non di gruppo, non può essere
costretta a partecipare al gruppo. Nella fase di accoglienza
pastorale, occorre ascoltare con il massimo rispetto, le esigenze che
la coppia manifesta. La proposta della partecipazione al gruppo non
può diventare una imposizione. Non tutti si sentono di manifestare
pubblicamente la loro storia e la loro identità. I percorsi devono
sempre restare disponibili alle differenze.
Franco
Barbero