giovedì 30 agosto 2018

DIALOGANDO CON GUIDO

Caro Guido,
sei sempre un lettore perspicace e preciso.
Anch'io ho letto il libro di Ehrman con molto interesse per alcune documentazioni storiche difficilmente reperibili altrove.
Ma dove il nostro Autore vuole fare l'esegeta, compie dei capitomboli incredibili. Dove poi legge e interpreta Paolo o Giovanni oppure alcune locuzioni ebraiche come "Io sono", diventa un fondamentalista.
Ho trovato almeno 16 passi, oltre a quelli che tu giustamente segnali, in cui Ehrman dimostra di non conoscere le più elementari discussioni ermeneutiche e compie interpretazioni arbitrarie e infondate.
E che dire della "Seconda lettera ai Filippesi?" Dove mai l'ha trovata? E che dire della erronea traduzione e confusione sul versetto del Vangelo di Giovanni 10,30 in cui confonde il neutro "en" con "eis"? Di queste confusioni è pieno il testo.
Ma ciò che per me è scandalosamente assente nel volume è la memoria degli unitariani, degli antitrinitari, di Serveto e dei mille e mille autori che hanno negato la divinità -divinizzazione di Gesù lungo tutti i secoli. Non esistono nemmeno i nomi di Serveto, Biandrata e di tutta la  cosiddetta "banda degli italiani"... Dimenticanze non perdonabili ad uno storico.
Anche la sua conclusione sembra ignorare gli ultimi tre secoli di ricerca sul Cristo storico:
"E ancora oggi Gesù rimane il Dio che i cristiani onorano e pregano in tutto il mondo" (pag326). Qui l'esegeta non c'è  e lo storico zoppica. Non si può mettere da parte tutta la ricerca che ha ricondotto il Gesù storico fuori dal dogma niceno e calcedonese.
Non si può ignorare il crescente numero di cristiani e di studiosi che ormai vivono una fede nel Dio che ci parla attraverso Gesù, ma non fanno confusione alcuna tra Gesù e Dio.
Grazie, caro Guido, ne parleremo a Torino al corso biblico. Tuttavia la tesi del libro resta fondamentalmente valida perché, sul piano storico, la divinizzazione  del Nazareno, cioè la sua sostituzione con un Cristo dogmatico, è avvenuta  davvero attraverso il processo di cui il nostro autore coglie alcune tappe.
Un saluto e un abbraccio.
Franco