Sei mio fratello: siamo figli
dello stesso spirito universale.
Sei mio simile: siamo prigionieri
di due corpi
fatti della stessa argilla.
Prendi da me ciò che vuoi, non ruberai
se non la parte a cui hai diritto
e le cose che ho preso
per avidità.
Ti amo quando ti prostri nella tua moschea,
quando t’inchini nella tua chiesa,
quando preghi
nella tua sinagoga.
Tu ed io siamo figli della stessa fede:
lo Spirito.
E quelli che vengono posti a capo
dei suoi molti rami
sono come le dita della mano
di una divinità
che addita la perfezione dello Spirito.
Ti amo per amore della tua verità,
che emerge dalla mente di tutti gli uomini;
verità che ora non vedo a causa
della mia cecità,
ma che ritengo sacra
perché appartiene alle cose dello spirito.
La tua verità incontrerà la mia
nel mondo che verrà:
ecco si fondono l’una con l’altra
come il profumo che sale dai fiori,
diventano una sola
che in sé tutto comprende,
immortale nell’immortalità
di amore e bellezza.
Kahlil Gibran, Le parole non dette
Edizioni Paoline pag. 322-323