mercoledì 15 agosto 2018

RACHEL OLTRE I MURI DELLA CITTA' SANTA


Per la prima volta anche Gerusalemme, la città santa delle tre religioni monoteiste, potrebbe avere
un sindaco donna, Rachel Azaria. E la sua vittoria sarebbe una rivoluzione, viste le sue battaglie per l'uguaglianza di genere. Azaria, 40 anni e quattro figli, ortodossa, è nota in Israele per l'impegno sociale ed è su quello che punta in campagna elettorale. Dopo esser stata eletta due volte consigliera comunale, prima nel 2008 e poi nel 2013 - quando è diventata vice-sindaco - nel 2015 è entrata alla Knesset, il Parlamento israeliano, tra le fila del partito centrista Kulanu. Ma il richiamo Verso la città santa è più forte e a giugno ha annunciato di correre per la poltrona di prime cittadino, il cui voto è in programma il 30 ottobre. E la sua motivazione vale più di mille slogan. «La Knesset è scollegata dal pubblico» dice, intendendo che non c'è il rapporto quotidiano con gli elettori come quando si fa il sindaco. Le priorità di Gerusalemme, sua città natale, per Azaria sono inclusione, laicità, modernità, come ha spiegato al quotidiano Times of Israel. Una città senza divisioni religiose, in cui anziani e giovani possano usufruire tutti degli stessi servizi, al di là della loro appartenenza etnica e confessionale, e in cui il secolarismo conviva al fianco dell'ortodossia. Un messaggio in controtendenza, tanto più ora che la Knesset ha approvato la contestata legge che incoraggia la creazione di comunità riservate agli ebrei e declassa la lingua araba. Il nome di Rachel Azaria, d'altronde, è noto in Israele anzitutto per una vecchia battaglia per la parità di genere e contro il fondamentalismo religioso. Nel 2009 è stata infatti in prima fila nella protesta contro l'istituzione, voluta dagli ultra-ortodossi Haredi, di linee di autobus separate per uomini e per donne. Due anni dopo ha fatto causa a una società di comunicazione che si era rifiutata di mettere una sua pubblicità su un bus per soli uomini utilizzato dagli Haredi. Altre battaglie: la fine del monopolio del Gran Rabbinato d'Israele per la certificazione kosher degli alimenti e il diritto per le donne a pregare davanti al Muro del Pianto allo stesso modo e con gli stessi indumenti degli uomini. Per entrare alla Knesset, oltre a rinunciare alla cittadinanza statunitense, ha lasciato anche Yerushalmim, il partito politico da lei fondato, presentandosi con il centrista Kulanu. Anche al livello nazionale, però, si è impegnata per leggi di impatto sociale, come quella per aumentare le ore di congedo per i padri.
Il 30 ottobre Azaria dovrà vedersela con Zeev Elkin, ministro per lo Sviluppo ambientale e per gli Affari di Gerusalemme; con Kobi Kahlon, ex vicesindaco e fratello di Moshe Kahlon, leader di Kulanu e responsabile delle Finanze; con il 34nne Ofer Berkowitz, anche lui ex vicesindaco; e con Moshe Lion, attuale numero due di Gerusalemme. Gli ultra-ortodossi non hanno ancora annunciato il proprio candidato, mentre il sindaco uscente, Nir Barkat, ha scelto di correre per le prossime elezioni della Knesset.
Simona Verrazzo

(Il Venerdì 27 luglio)