Le parole per dirlo
Se ti chiedessero: "Qual è il contrario della parola Fede?" credo che risponderesti: "Ateismo". In realtà l'opposto della fede è la paura. Fede significa fidarsi. L'opposto della fede è il sospetto, il dubbio, la paura. Come si affronta la paura? Con la fiducia. Da bambini avevamo tutti paura del buio. La notte ci spaventava. Ma se mamma ci prendeva per mano attraversavamo anche il buio. La fiducia in una persona adulta ci dava coraggio. La fiducia genera coraggio. In questa luce diventa interessante il fatto che nel Vangelo ritornano spesso due espressioni: "Non abbiate paura" e "Io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo". Da un lato la paura e dall'altro una Presenza. Tutti siamo abitati da paure. C'è la paura di non essere all'altezza. Pensa a chi ha fatto un debito per costruire la casa ed ora ha paura di non farcela a pagare; pensa a chi ha iniziato un'attività in proprio ed ora teme di non farcela a portarla avanti; pensa a chi ha un figlio adolescente ed ha paura di non essere un genitore capace di aiutarlo a crescere. C'è la paura di essere abbandonati. Pensa alla paura di essere abbandonati dal coniuge; dai genitori oppure dai figli una volta diventati anziani. C'è la paura di non essere amati. Pensa alle volte in cui, dopo aver fatto uno sbaglio, temi di non esser perdonato, di non essere più amabile. Oppure c'è la paura del futuro, la paura di soffrire, la paura che ti capitino brutti imprevisti (attentati, incidenti, terremoti), la paura di morire. Tutti siamo abitati da paure. Come affrontarle? Sarebbe ingenuo pensare di vivere senza paure. Il coraggio non è l'assenza di paure, ma la capacità di non mollare. La paura ci blocca, il coraggio ci permette di continuare a camminare, lavorare, amare, decidere. Ma come si fa ad essere coraggiosi? Gesù dice: "Io sono con voi". Grande! C'è una Presenza che ci accompagna, a cui possiamo dare la mano per affrontare il "buio" delle paure. C'è una Presenza che cammina davanti e apre la strada. Una Presenza affidabile che si prende amorevolmente cura di noi. In questa luce possiamo comprendere la vitalità della fede. Oggi più che mai siamo assaliti dalle paure. Viviamo in una quotidiana incertezza. Tutto sembra fragile, inconsistente. Tutto cambia, crollano le certezze, si scombinano le abitudini, mancano riferimenti. E noi ci sentiamo "insicuri". Così cresce la paura e la rabbia. In questa luce abbiamo bisogno di trovare "mani forti" a cui aggrapparci. Che bello, oggi, sentirci dire: "Non abbiate paura io sono con voi tutti giorni fino alla fine del mondo". Per ritrovarci "a casa" anche in questi cambiamenti. Per ritrovare fiducia. E ripartire con coraggio, non con rabbia.
Derio Olivero, vescovo
(L'Eco del Chisone, 12 settembre)
"Non abbiate paura" (Mc 6,50)
Se ti chiedessero: "Qual è il contrario della parola Fede?" credo che risponderesti: "Ateismo". In realtà l'opposto della fede è la paura. Fede significa fidarsi. L'opposto della fede è il sospetto, il dubbio, la paura. Come si affronta la paura? Con la fiducia. Da bambini avevamo tutti paura del buio. La notte ci spaventava. Ma se mamma ci prendeva per mano attraversavamo anche il buio. La fiducia in una persona adulta ci dava coraggio. La fiducia genera coraggio. In questa luce diventa interessante il fatto che nel Vangelo ritornano spesso due espressioni: "Non abbiate paura" e "Io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo". Da un lato la paura e dall'altro una Presenza. Tutti siamo abitati da paure. C'è la paura di non essere all'altezza. Pensa a chi ha fatto un debito per costruire la casa ed ora ha paura di non farcela a pagare; pensa a chi ha iniziato un'attività in proprio ed ora teme di non farcela a portarla avanti; pensa a chi ha un figlio adolescente ed ha paura di non essere un genitore capace di aiutarlo a crescere. C'è la paura di essere abbandonati. Pensa alla paura di essere abbandonati dal coniuge; dai genitori oppure dai figli una volta diventati anziani. C'è la paura di non essere amati. Pensa alle volte in cui, dopo aver fatto uno sbaglio, temi di non esser perdonato, di non essere più amabile. Oppure c'è la paura del futuro, la paura di soffrire, la paura che ti capitino brutti imprevisti (attentati, incidenti, terremoti), la paura di morire. Tutti siamo abitati da paure. Come affrontarle? Sarebbe ingenuo pensare di vivere senza paure. Il coraggio non è l'assenza di paure, ma la capacità di non mollare. La paura ci blocca, il coraggio ci permette di continuare a camminare, lavorare, amare, decidere. Ma come si fa ad essere coraggiosi? Gesù dice: "Io sono con voi". Grande! C'è una Presenza che ci accompagna, a cui possiamo dare la mano per affrontare il "buio" delle paure. C'è una Presenza che cammina davanti e apre la strada. Una Presenza affidabile che si prende amorevolmente cura di noi. In questa luce possiamo comprendere la vitalità della fede. Oggi più che mai siamo assaliti dalle paure. Viviamo in una quotidiana incertezza. Tutto sembra fragile, inconsistente. Tutto cambia, crollano le certezze, si scombinano le abitudini, mancano riferimenti. E noi ci sentiamo "insicuri". Così cresce la paura e la rabbia. In questa luce abbiamo bisogno di trovare "mani forti" a cui aggrapparci. Che bello, oggi, sentirci dire: "Non abbiate paura io sono con voi tutti giorni fino alla fine del mondo". Per ritrovarci "a casa" anche in questi cambiamenti. Per ritrovare fiducia. E ripartire con coraggio, non con rabbia.
Derio Olivero, vescovo
(L'Eco del Chisone, 12 settembre)