venerdì 14 settembre 2018

Riformulazione del linguaggio cristiano
"Da quanto detto è palese che è assolutamente necessario verificare il grado di adesione alla realtà intramondana del messaggio confessionale tradizionale e che, nel caso in cui ne faccia difetto, bisogna riformularlo in un linguaggio che abbia senso per l'uomo moderno. Il messaggio va espresso in modo moderno. I fedeli di mentalità più conservatrice vi si opporranno, perché non riescono a capire che le formulazioni sono sempre il prodotto di una certa cultura, anche quelle che intendono esprimere verità eterne. Per loro la formulazione della verità, che viene di necessità attraverso il linguaggio di un certo periodo storico, è la sua esatta riproduzione, immutabile quanto la stessa realtà divina. Senza rendersene conto, trasformano le parole umane in parole divine, cosicché una nuova formulazione è per loro inesatta a priori, perfino eterodossa.
Per mostrare l'incoerenza di questo ragionamento, facciamo un paragone tra due sistemi numerici: il sistema decimale che ben conosciamo e quello binario, ossia un sistema che utilizza solo due cifre. In un sistema binario che dispone solo dei numeri 0 e 1, 1 + 1 non è uguale a 2, perché in questo sistema il numero 2 non c'è, ma è uguale a 10. Tuttavia, i due risultati sono entrambi corretti, poiché tutto dipende dal sistema numerico.
Un paragone altrettanto chiarificatore lo troviamo nella musica. Quando si traspone la tonalità di una melodia dalla chiave di Do a quella di Mi, tutte le note dell'originale cambiano, ma la melodia rimane la stessa. Non si perde niente del contenuto, così ricco e vitale, della fede in Dio e in Gesù professata dalla Chiesa delle origini quando lo si esprime in un nuovo linguaggio. Il contenuto rimane uguale oggi come ieri: viene soltanto espresso con altre parole, affinché il messaggio possa avere un senso anche oggi."

Roger Lenaers, "Benché Dio non stia nell'alto dei cieli", Massari Editore, pagg 19-20.