Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo
NOTIZIARIO DELLA CASA DELL'ASCOLTO E DELLA PREGHIERA
In evidenza:
APPUNTAMENTI DI COMUNITA'
- 4/11: eucarestia comunitaria e festa
- 5-6, 12-13, 19-20, 26-27/11: gr. biblici
- 11/11: eucarestia per chi vuole
- 18/11: eucarestia comunitaria e assemblea di Comunità
- 24/11: incontro su storia teologie '900
- 25/11: eucarestia per chi vuole
NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI
- 2 e 18/11: gr. amicizia islamo-cristiano
- 16/11: gruppo giovani Pinerolo
RECENSIONI
- R. Gibellini, La teologia del XX sec.
- E. Parrino, La comunità..si fa orante
SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
- Paolo, il giudaismo e il cristianesimo
DALLA NOSTRA COMUNITA'
- Questa comunità
APPUNTAMENTI DI COMUNITA' (via Città di Gap 13 -II piano)
DOMENICA 4 NOVEMBRE dalle ore 10 alle ore 14 – Eucarestia comunitaria e festa della comunità (prepara gruppo ad hoc). Dalle ore 12 pranzo autogestito.
LUNEDI' 5 NOVEMBRE dalle ore 20:45 alle ore 22:15 e MARTEDI' 6 NOVEMBRE dalle ore 15,30 alle ore 17 - Gruppi biblici: leggeremo e commenteremo insieme la terza sezione degli Atti degli Apostoli (At 4,32-5,47).
LUNEDI' 12 NOVEMBRE dalle ore 20:45 alle ore 22:15 e MARTEDI' 13 NOVEMBRE dalle ore 15,30 alle ore 17 - Gruppi biblici: ci confronteremo sulla quarta sezione degli Atti degli Apostoli (At 6,1-8,4).
LUNEDI' 19 e 26 NOVEMBRE dalle ore 20:45 alle ore 22:15 e MARTEDI' 20 e 27 NOVEMBRE dalle ore 15,30 alle ore 17 - Gruppi biblici: commenteremo insieme la quinta (At 8,5-9,31) e la sesta (At 9,32-12,25) sezione degli Atti degli Apostoli.
SABATO 24 NOVEMBRE ore 17 – Incontro su storia delle teologie del '900: Franco introduce utilizzando soprattutto il libro di R. Gibellini (vedi recensione più avanti).
ALCUNI APPUNTAMENTI con Franco Barbero
VENERDI' 2, 16 e 30 NOVEMBRE dalle ore 17:45 alle ore 19:15, a Torino – Corso biblico (presso la sede di via Principe Tommaso 4): vedi articolo più avanti. Gli incontri sono aperti a tutte/i. Per informazioni telefonare a Maria Zuanon (3497206529).
GIOVEDI' 8 NOVEMBRE dalle ore 10:30 alle ore 11:45 a Pinerolo – Corso dell'UNITRE (presso la biblioteca Alliaudi): seconda conversazione su "La Pasqua di Risurrezione: storia, mito, messaggio".
SABATO 10 NOVEMBRE dalle ore 10:15 alle ore 13, a Roma – Tavola rotonda su "L'eredità di Giovanni Franzoni: la comunità cristiana di base di San Paolo" (presso la sede di via Ostiense, 152/b) con F. Barbero e M. I. Macioti, nel contesto della seconda giornata del convegno su "Storia e profezia: l'eredità di Giovanni Franzoni". Nel pomeriggio incontro con un gruppo di suore brasiliane delle comunità di Roma e Bastia.
VENERDI' 16 NOVEMBRE alle ore 20:45 – Gruppo giovani, a Pinerolo, nella sede della CdB di via Città di Gap, 13.
DOMENICA 25 NOVEMBRE dalle ore 10 alle ore 15:30 – Eucarestia della Comunità nascente di Torino in via Principe Tommaso 4. Alle ore 10 accoglienza. Alle ore 10:30 inizio eucarestia. A seguire pranzo comunitario condiviso (ognuno/a porta qualcosa). Nel primo pomeriggio discussione sul tema "La storia dei dogmi" e programmazione. L'incontro terminerà verso le ore 15:30.
GIOVEDI' 29 NOVEMBRE dalle ore 18 alle ore 20 a Pinerolo - Tavola rotonda su "libertà, diritti e omosessualità" (presso il Salone dei Cavalieri), con Franco Barbero e rappresentanti dell'AGEDO, della chiesa valdese e della diocesi.
NOTIZIE DA GRUPPI E COLLEGAMENTI
Il "Gruppo dell'amicizia islamo-cristiana" nasce dall'iniziativa di alcuni cittadini del pinerolese che, circa due anni fa, hanno deciso di impegnarsi per favorire la conoscenza e il dialogo tra persone provenienti da culture, storie e religioni diverse. Il nostro gruppo non ha una sede stabile: abbiamo scelto di incontrarci a turno in una sede delle varie comunità che ne fanno parte (islamica, valdese, cattolica e cristiana di base).
Il prossimo incontro organizzativo si terrà venerdì 2 novembre alle ore 18:30 nella sede della comunità cristiana di base di via Città di Gap, 13. Ecco i punti all'ordine del giorno:
1) Riflessione sulle prime tre lezioni del corso di lingua e cultura araba rivolto a bambini tra i 7 e i 12 anni e programmazione didattica delle prossime lezioni
Diverse persone del nostro gruppo hanno partecipato alla lezione inaugurale che si è tenuta giovedì 11 ottobre presso l'I.S.S. "Buniva" di Pinerolo (via dei Rochis). La cadenza degli incontri, che attualmente vedono la partecipazione di una decina di allievi/e, è settimanale (sempre il Giovedì) e il corso terminerà a fine aprile. L'insegnante Ahmed Al kohun e i suoi collaboratori (Rachid Aissi, Yassine Aissi, Nawras Aljaber e Aziz Khalfi) accolgono le/gli allieve/i a partire dalle ore 16:30, ma l'effettivo inizio delle lezioni è fissato per le ore 16:45 (alcuni arrivano più tardi perché impegnati a scuola). L'aula è disponibile fino alle 18:30, ma il termine della lezione è fissato per le 18:15.
2) Organizzazione dell'incontro pubblico su "Il perdono nella fede e nella costituzione", che si terrà Domenica 18 novembre alle ore 15:30, presso il circolo dei lettori in via Duomo, 1 a Pinerolo
Interverranno Brahim Baya (portavoce dell'associazione islamica di Torino), Elvio Fassone (magistrato a riposo), Gianni Genre (pastore valdese di Pinerolo) e Derio Olivero (vescovo di Pinerolo).
3) Organizzazione del corso di lingua e cultura araba per adulti
La prima lezione si terrà giovedì 10/01/19 e il corso terminerà giovedì 30/05/19. La cadenza degli incontri sarà settimanale (tutti i giovedì dalle ore 18.15 alle ore 19.45). Il corso si svolgerà a Pinerolo, presso l'I.S.S. "Buniva" in via dei Rochis. Gli insegnanti saranno Rania Alsaied ed Elena Gallea (eventuale sostituta Deborah Boaglio).
Del gruppo, che si ritrova con cadenza mensile nella sede della nostra comunità, fanno parte una decina di giovani dai 18 ai 35 anni, alcuni dei quali da diversi anni vivono un percorso di fede ed altri che sono all'inizio della loro ricerca.
Martedì 9 ottobre il gruppo ha incontrato il vescovo Derio Olivero per discutere un testo rivolto al sinodo romano (vedi notiziario di ottobre). Le brevi considerazioni contenute nella lettera sono soprattutto un invito a far sì che nella chiesa tutti e tutte imparino ad assumersi le loro responsabilità: l'idea di fondo è che essere critici sta bene con l'essere costruttivi.
Nell'incontro mensile del gruppo, tenutosi Mercoledì 24 ottobre, abbiamo continuato la lettura delle parabole del vangelo di Luca.
Il prossimo incontro è fissato per venerdì 16 novembre dalle ore 20:45, presso la sede della comunità cristiana di base di via Città di Gap, 13.
(per informazioni: Francesco Melillo 333/2572941 e Giulia Filippini: 320/4456089)
Corso biblico di Torino: il programma dei prossimi incontri
Gli incontri del gruppo sono gratuiti ed aperti ed hanno lo scopo di privilegiare lo studio dei libri biblici o quegli studi che vengono volutamente trascurati o "messi sotto silenzio".
A causa di uno sciopero dei treni l'incontro previsto il 26/10/18 è stato rimandato a venerdì 2 novembre 2018 a Torino, nella usuale sede di via Principe Tommaso, 4. Dalle ore 17:45 alle ore 19:15 Franco Barbero e Guido Allice presenteranno il libro "E Gesù diventò Dio".
Nel mese di novembre si terranno altri due incontri, venerdì 16 e venerdì 30 (stesso orario e sede), sulla storia della formazione del canone e sulle parabole evangeliche.
Per informazioni: Maria Zuanon (349-7206529).
Comunità cristiane di base del Piemonte
Giovedì 25 ottobre si è tenuto il collegamento regionale delle comunità cristiane di base piemontesi, presso la sede dell'associazione "Opportunanda", in via S. Anselmo 28 a Torino. L'ordine del giorno prevedeva un confronto sull'ultimo incontro europeo delle cdb tenutosi a settembre a Rimini e una prima programmazione degli incontri regionali fino a giugno 2019. Appena sarà disponibile il programma completo lo pubblicheremo su questo notiziario. La nostra comunità (hanno partecipato Esperanza, Francesco e Stefania) ha
proposto i seguenti tre temi:
1) Ripensare e in qualche modo reinventare il senso della "festa cristiana" alla luce del messaggio delle Scritture, della ricchezza delle tradizioni e delle nuove acquisizioni culturali e antropologiche. L'orizzonte di fondo è quello del sabato ebraico con le sue 4 dimensioni relazionali: verso Dio, verso gli altri uomini e donne, verso gli altri animali e verso il resto del creato. Ci sembra che nell'attuale contesto storico esista un nesso profondo tra "celebrare la festa" e "lottare per la liberazione". Lidia Maggi e Angelo Reginato potrebbero offrirci utili stimoli.
2) In questa fase della vita di alcune comunità e gruppi cristiani la presenza attiva di parecchi giovani, donne e uomini (Pinerolo, Piossasco, Rivalta, Torino-comunità nascente, ecc...) potrebbe, a nostro avviso, offrirci l'occasione di riflettere con loro su "giovani e comunità" e "i giovani e la fede", anche in un piccolo "sinodo" in cui siano loro i relatori e le relatrici. Ha trovato molta attenzione la lettera che il gruppo giovani che si incontra a Pinerolo ha inviato al sinodo dei vescovi tramite il vescovo Derio Olivero.
3) In tale orizzonte potrebbe trovare spazio la riflessione su "L'iniziazione cristiana oggi" che vive un intenso dibattito tra teologi, teologhe e alcune parrocchie in Italia (Andrea Grillo, Iniziazione cristiana; Enzo Biemmi, Il secondo annuncio EDB; Pierpaolo Gaspani, Per primi i bambini?, ed. Queriniana). Soprattutto la rivista Rocca riporta tante voci in questo dibattito.
RECENSIONI (a cura di Franco Barbero)
Si tratta di una ricostruzione globale del pensiero teologico del XX secolo che abbraccia l'orizzonte intercontinentale e documenta una fioritura di temi, si esperienze e di Autori e Autrici che non possono essere ignorate. Infatti è nel XX secolo che si trovano le radici del maggior numero di ricerche teologiche del tempo che stiamo vivendo.
Come in ogni sua opera (più recente è il suo libro "Teologia in Asia" Queriniana) il teologo Rosino Gibellini è documentato, accessibile e stimolante.
In libreria per Queriniana, Brescia, 1992, pp. 664, € 40
L'introduzione di Rosario Greco mette bene in luce da quale esperienza comunitaria e personale provengano queste pagine intense e stimolanti.
L'Autore, che gli amici chiamavano don Elio, non parla mai della preghiera come di una esperienza scissa dalla vita quotidiana, ma nello stesso tempo ne sottolinea la dimensione sua propria ed insottraibile nell'esperienza cristiana.
Il sottotitolo "la preghiera liturgica" indica che la comunità cristiana, attraverso i tempi e le scansioni della liturgia, offre ai cristiani la possibilità di farsi davvero comunità ed entrare in comunione con Dio e i fratelli.
Sono pagine dense quelle in cui l'Autore ci invita alla riscoperta della domenica, la festa cristiana per eccellenza. Di questo richiamo abbiamo molto bisogno in un tempo in cui la festa, sia a livello laico che cristiano, è diventata il tempo della distrazione, delle masse plaudenti, il giorno in cui ognuno cerca il soddisfacimento delle pulsioni più a portata di mano; in cui divertirsi, ammucchiarsi, consumare e mangiare hanno sostituito l'intimità delle relazioni, il silenzio, il guardarsi negli occhi e sentire i palpiti del proprio cuore vicino al respiro delle persone che amiamo….
Don Elio sa bene che non esiste "comunità orante" senza un percorso personale di preghiera in cui occupi un posto centrale la lettura biblica, la ricerca del confronto, la pratica di un "silenzio che ascolta" la voce di Dio e quella dei fratelli e delle sorelle.
Oggi pregare, prendersi il tempo per pregare, esige una decisione che Bonhoeffer chiamava "disciplina", quella che ci aiuta a ritrovare il senso delle cose e la meraviglia davanti al creato, nascosta presenza di Dio che si rivela a chi lo cerca.
Dunque, si tratta di un libro da leggere e rileggere.
In libreria per Logos e Koinonia, V. Brigata Aosta 15, 90142 Palermo 2018, pp. 136, € 15
SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
"Paolo non ha mai concepito la rivelazione, fattagli da Dio, e dalla quale scaturisce la buona novella del vangelo, come una rottura col giudaismo: la vocazione indirizzatagli di diventare l'apostolo dei pagani (Galati 1,12-16) ha costretto Paolo a convertirsi al Dio che era già suo. E dunque più giusto parlare della vocazione di Paolo anziché della sua conversione. L'idea che Paolo si sarebbe convertito dal giudaismo al cristianesimo contraddice fortemente la comprensione che Paolo ha della propria storia. Per Paolo, è il Dio di Abramo che si è rivelato a lui in Gesù Cristo, tanto che per lui il vangelo non si presenta come una alternativa alla tradizione giudaica; esattamente al contrario, egli lo percepisce come la comprensione donatagli da Dio della benedizione di Abramo…. L'idea che Paolo si sarebbe convertito dal giudaismo al cristianesimo è anacronistica..." (da Daniel Marguerat, Introduzione al Nuovo Testamento, ed. Claudiana, pp.592, €42).
La citazione che ho riportato si trova a p.160. La ritengo molto importante perché persino i titoli aggiunti al testo biblico di Atti 9 molto spesso nelle nostre Bibbie scrivono ancora "la conversione di Paolo" lasciando l'idea che Paolo si sia fatto cristiano.
Franco Barbero
Rinnovamento delle celebrazioni sacramentali
"L'adeguatezza dei segni sacramentali, come del linguaggio nasce dall'aderenza alla realtà e alla storia. Gesù ha usato gesti esistenti all'interno della sua società, non li ha attinti da repertori archeologici o da intuizioni metastoriche, ha compiuto i gesti del momento, non possono, perciò, non essere relativi. Essi «appartenevano a un certo tipo di uomo, o a un certo tipo di società e quindi di una determinata risonanza» (14). Quel che accorre chiedersi è se la risonanza del gesto di Cristo o della comunità delle origini sussiste ancora in tutti i segni da loro istituiti, se cioè continuano a fungere da adeguato mezzo di comunione ecclesiale. I segni di Gesù o della chiesa può darsi che lungo i secoli non dicano molto o non dicano più nulla a coloro che vivono in un contesto sociale lontano e diverso, per questo si impone la necessità, l'urgenza di rinnovarli, di cambiali. I riti non sono un assoluto ma un mezzo contingente di rapporto comunitario. È il linguaggio gestuale del popolo di Dio in quanto società; appartengono quindi alla comunità cristiana che esprime il suo radicale rapporto con Dio (l'assoluto) attraverso modi e parole che appartengono alla sua situazione temporale e temporanea (quindi relativa).
Il credente che si esprime con un linguaggio che nonostante la pomposità o sontuosità non sembra far troppo presa sugli spettatori di oggi, perché non è sostenuto da adeguati comportamenti pratici, ma anche perché spesso è troppo lontano, misterioso, inattuale.
La storia offre esempi di linguaggio gestuale, attuali, moderni, convincenti. Le proteste sindacali, le manifestazioni operaie, gli scioperi additano forme di comunione concrete, vissute, incontestabili. Se la liturgia e la prassi sacramentale non arrivano a questa concretezza, espressività, forza non servono forse a rinnovare la comunità e a mutare il corso della storia. Bisogna reinventare i segni, sceglierli adatti al momento, per l'uomo d'oggi che vive la stessa fede e solidarietà umana di una volta, ma in un modo nuovo, sempre più fuori che dentro il tempio o recinto sacro. È inutile imbandire per lui celebrazioni o riti in un luogo in cui egli più non accede e in sua vece ha ormai sacralizzato il campo della sua attività professionale, ricreativa, o il suo posto di lavoro. La rinnovazione dei riti sacramentali non è il compito più grave che la comunità credente è chiamata ad assolvere, ma è anche un aspetto che non è opportuno trascurare. I sacramenti sono il linguaggio visibile, sociale della fede, se non è adeguato, la comunità prende più difficilmente e più imperfettamente coscienza di se stessa e dei suoi impegni evangelici."
Il credente che si esprime con un linguaggio che nonostante la pomposità o sontuosità non sembra far troppo presa sugli spettatori di oggi, perché non è sostenuto da adeguati comportamenti pratici, ma anche perché spesso è troppo lontano, misterioso, inattuale.
La storia offre esempi di linguaggio gestuale, attuali, moderni, convincenti. Le proteste sindacali, le manifestazioni operaie, gli scioperi additano forme di comunione concrete, vissute, incontestabili. Se la liturgia e la prassi sacramentale non arrivano a questa concretezza, espressività, forza non servono forse a rinnovare la comunità e a mutare il corso della storia. Bisogna reinventare i segni, sceglierli adatti al momento, per l'uomo d'oggi che vive la stessa fede e solidarietà umana di una volta, ma in un modo nuovo, sempre più fuori che dentro il tempio o recinto sacro. È inutile imbandire per lui celebrazioni o riti in un luogo in cui egli più non accede e in sua vece ha ormai sacralizzato il campo della sua attività professionale, ricreativa, o il suo posto di lavoro. La rinnovazione dei riti sacramentali non è il compito più grave che la comunità credente è chiamata ad assolvere, ma è anche un aspetto che non è opportuno trascurare. I sacramenti sono il linguaggio visibile, sociale della fede, se non è adeguato, la comunità prende più difficilmente e più imperfettamente coscienza di se stessa e dei suoi impegni evangelici."
(da Ortensio da Spinetoli, La conversione della Chiesa, ed. Cittadella, 1975)
Papisti o antipapisti?
Credo che una visione distorta dell'attuale conflitto intorno alla figura di Francesco consista nel dividere la chiesa in un doppio campo: da una parte i papisti, dall'altra gli antipapisti. Questa visione, che già riduce ed esaspera la realtà, a mio avviso è semplificatrice e fuorviante. Prima di tutto perché il papa e il papato non sono il centro della nostra fede. Bisogna qualche volta ribadircelo. Neanche la chiesa sta al centro. Ma, così posta, l'alternativa è falsa. Io che spesso difendo il papa ed apprezzo molte scelte del suo ministero, che apre alcuni orizzonti nuovi nella chiesa, spesso non mi trovo in sintonia con alcune sue affermazioni. Non sono per questo uno che salta dal papismo all'antipapismo. Semplicemente credo che, per il bene della nostra fede e della nostra chiesa, voglio davvero bene al papa se mi permetto di dissentire, di esprimergli il mio particolare dissenso rispetto ad alcuni punti del suo insegnamento: l'aborto, le madonne, il diavolo, l'omosessualità, la cristologia, le reliquie…
Non condivido il comportamento di chi, per valorizzare e difendere l'operato di questo pontificato, ne esalta soltanto gli aspetti positivi. Penso che i pastori veri ed appassionati, come Francesco, vadano difesi dagli attacchi indegni, come è successo in questi anni, ma non debbano essere osannati in tutto e per tutto. Nella chiesa il popolo, le comunità, i teologi hanno anche il compito di dialogare amorosamente e coraggiosamente con i pastori e talvolta aiutarli a capire e a cambiare. Chi esercita un ministero in una chiesa, in una comunità ha un enorme bisogno di essere accompagnato con amore e con spirito di correzione fraterna. Questa è la realtà di una chiesa che si fa "comunione" secondo la testimonianza di Gesù.
Franco Barbero
Il monoteismo costruttivo
"Cominciamo a comprendere la forza morale del monoteismo. Il credo in un unico Dio significava che tutte le forze confliggenti operative nell'universo erano comprese da una singola personalità, il Dio della giustizia, che talvolta era giusto, talvolta clemente, che a volte parlava di legge e in altre parlava di amore. Fu il rifiuto di scindere queste cose che rese il monoteismo l'influenza umanizzatrice e civilizzatrice quale è stata nei periodi positivi. La teologia crea un'antropologia. Scoprendo Dio, unico e solo, i primi monoteisti scoprirono l'individuo umano unico e solo. Il monoteismo interiorizza ciò che il dualismo esteriorizza. Prende il bene e il male nella situazione umana, la fede e il timore, il castigo e il perdono, e li pone dentro ciascuno di noi, trasformando ciò che altrimenti sarebbe una guerra sul campo di battaglia in una lotta all'interno dell'anima. "Chi è un eroe?" si interrogavano i rabbini, e rispondevano: "Colui che conquista se stesso". Questo è il dramma morale che ha costituito il contributo del monoteismo alla civilizzazione dell'Occidente: non lo scontro di titani sul campo di battaglia, ma il silenzioso dramma interiore di scelta e volontà, moderazione e responsabilità.
Da qui la combinazione unica di luce e ombra in tutti i personaggi della Bibbia ebraica. Abramo e Isacco spacciano le loro mogli per sorelle, Giacobbe inganna il padre cieco e ottiene la benedizione destinata a suo fratello. Mosè va in collera. David commette adulterio, Salomone il più saggio fra gli uomini, viene traviato. La Bibbia non ci nasconde niente di tutto questo, e per un motivo molto importante: insegnarci che anche i migliori non sono perfetti, e anche i peggiori non sono privi di meriti. Questa è la migliore protezione per la nostra umanità".
(da Jonathan Sacks, Non nel nome di Dio, ed. Giuntina, p.76)
Tradurre nel linguaggio odierno
"Non abbiamo ricevuto la fede per tenerla nascosta, al sicuro, sepolta nel cimitero del passato, ma perché dia frutto. Oggi ciò significa immetterla nella cultura della modernità così che questa cultura possa diventare una forma provvisoria del regno di Dio. A tale scopo, la buona novella va tradotta nel linguaggio della modernità. Poiché diversamente dobbiamo temere che essa non rimarrà molto più a lungo buona novella nemmeno per noi" (da Roger Lenaers, Il sogno di Nabucodonosor, ed. Massari, p.367).
Coloro che "adorano le formule del catechismo" credono che il Vangelo sia come un fossile che trasporti da un luogo all'altro o da un millennio all'altro. Ma il Vangelo è parola viva che ogni generazione deve riscoprire e ridire nel suo linguaggio. E' la paura che blocca questo cammino di profondo cambiamento.
Franco Barbero
Figlio di Dio non vuol dire Dio
"Per l'Antico Testamento 'figlio di Dio' significa avere ricevuto una missione da Dio e averla portata a termine in un atteggiamento di obbedienza. Questo significato passa nel Nuovo Testamento, cosicché quando Gesù viene indicato come figlio di Dio, si fa riferimento alla missione e alla reciproca confidenza e fiducia che si stabiliscono tra Padre e figlio. Essere il figlio di Dio richiede che si assuma un atteggiamento senza riserve di risposta alla chiamata di un Dio che convoca l'uomo a un'impresa di liberazione".
(da J. R. Guerrero, L'altro Gesù, ed. Borla, Roma,1977)
Dove la riforma parla ancora
Voglio ricordare un punto che nelle chiese della Riforma resta profeticamente stimolante. Si è messo al centro l'esperienza comunitaria scardinando la gerarchia sacerdotale, ma senza deistituzionare la esperienza comunitaria.
Non ha tradotto il sacerdozio universale dei fedeli nell'illusorio "tutti fanno tutto", ma ha generato nuove istituzioni, nuovi ministeri superando la "barriera" sacerdoti e laici.
L'assemblea di comunità, il concistoro e il ministero del pastore, uomo o donna, se da una parte rispettano e riflettono l'uguaglianza davanti a Dio di ogni fratello e sorella, dall'altra fanno tesoro della "necessità storica" di darsi strumenti e strutture che promuovano la crescita comunitaria. Il cosiddetto dissenso cattolico, a mio avviso, non ha colto a sufficienza il valore di queste scelte e, nel positivo processo di liberazione dalla gerarchia sacrale e sacerdotale, ha troppo spesso sottovalutato, smarrito l'esigenza di avere e di darsi i necessari ministeri di cura pastorale.
Franco Barbero
DALLA NOSTRA COMUNITA'
- In questo tempo in cui la barbarie sembra l'unico orizzonte di vita, il "destino" al quale dobbiamo lentamente rassegnarci, che cosa può significare per noi continuare a scoprire e a vivere con meraviglia la presenza del Dio dell'amore e della giustizia?
- Vogliamo rispondere a questa "interpellazione" anche con la lettura del libro "Atti degli Apostoli" che stiamo compiendo in comunità nei due gruppi biblici. Il messaggio di Gesù, letto con mentalità ecumenica ed interreligiosa, ci dice che il "vento di Dio" è inarrestabile. Dio è presente nel creato con la forza del Suo amore. I "quattro gatti" delle origini del movimento di Gesù hanno riposto nel cuore questa scoperta ed essa è giunta fino a noi perché ne facciamo il tesoro delle nostre vite.
- Nell'ultima assemblea della comunità si è deciso che ogni domenica alle ore 10 la sede della comunità sarà aperta per accogliere chi vuole unirsi in preghiera. La prima e la terza domenica si celebrerà l'eucarestia comunitaria.
- Dopo l'eucarestia della prima domenica siamo invitati/e a condividere il pranzo autogestito. È anch'esso un momento importante.
- Ricordiamoci di sostenerci a vicenda in tutte le nostre belle e feconde differenze e anche nei periodi di fragilità e di sofferenza, senza mai dimenticare, come ci richiamano le Scritture, "l'orfano – la vedova – lo straniero".
Il nostro notiziario
Diversi lettori ricevono ormai via e-mail questo notiziario. Abbiamo così ridotto il numero di copie cartacee stampate. I precedenti numeri sono esauriti. Chi desidera riceverlo via mail ci risparmia una spesa consistente. Contattare Francesco (giupaz@tin.it; 320-0842573).
- Franca Avaro: 339-8426075
- don Franco Barbero: 0121-72857; e-mail: donfrancobarbero24@gmail.com
- Fiorentina Charrier: 339-4018699; e-mail: francoefiore3@gmail.com
- Ada Dovio: 011-9801129
- Francesco Giusti: 320-0842573; e-mail: giupaz@tin.it
- Franca Gonella: 338-5622991
- Ines Rosso: 339-8310247
In attesa del sito della comunità, in fase di preparazione, le notizie riguardanti la comunità possono essere trovate nel blog http://donfrancobarbero.blogspot.it/
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