L'esigenza
di riandare alle radici bibliche, di rileggere,
reinterpretare e
oltrepassare certe formulazioni dogmatiche viene
lucidamente espressa
dal cardinale Walter Kasper nel suo volume
"Gesù il Cristo"
(Queriniana, Brescia 1981, pag. 51):
"Oggi, quando la libertà e
maturità dell'uomo sono diventate il
centro verso cui tutto deve
convergere e il criterio del pensiero, è
inevitabile che le
rappresentazioni e convinzioni religiose suonino
mitologiche. Il
sospetto di mitologia si estende anche alla fede in
Gesù Cristo
della tradizione. Possiamo ancora onestamente
riproporre l'annuncio
che Dio scende dal cielo, assume una figura
umana, nasce da una
vergine, compie miracoli, dopo la morte
scende nel regno dei morti,
al terzo giorno viene risuscitato ed
elevato alla destra di Dio, e
continua, per mezzo del suo Spirito,
ad essere presente nella
predicazione e nei sacramenti della
chiesa? Tutto questo non rientra
forse nella sfera di un linguaggio,
ma anche di un contenuto, tipico
di un'immagine del mondo ormai
superata? La nostra onestà
intellettuale ed una concezione più
pura di Dio non ci costringono a
demitizzare l'intero discorso?"
.
C'è
di più. Per entrare più onestamente nel dialogo con le altre
religioni la rigidità dogmatica è l'ostacolo maggiore.
Non
sfugga a chi legge questa citazione che Kasper scrisse queste
note,
poi tradotte in italiano nel 1981 ben oltre 40 anni fa, quando
non
era cardinale. Poi, quando uno diventa cardinale, cambia
disco e
cambia teologia!!
Franco
Barbero