Disillusi, i No Tav tornano alla lotta: «Altro che governo del cambiamento»
Il M5s nasce da una gemmazione del Movimento NoTav. Accadde in un gelido pomeriggio torinese del dicembre 2005, dopo gli scontri per la riconquista di Venaus, quando su un palco montato presso il parco della Pellerina di Torino, di fronte a ottantamila manifestanti, arringarono la folla Beppe Grillo, Alberto Perino, Dario Fo e Marco Travaglio.
Grillo tornerà in val Susa diverse volte successivamente, guadagnandosi anche diverse medaglie sul campo: denunce e processi. Valsusina e No-Tav è la sottosegretaria Laura Castelli. Il M5s nei trenta chilometri di fondovalle che vanno da Alpignano a Susa non scende mai sotto il 40% dei consensi, con punte di 65% a Venaus. In Val Susa il concetto di sinistra è stato cancellato.
Ma il tempo passa e la pietra tombale sulla Torino-Lione tarda ad arrivare: ora che al governo ci sono quelli che hanno marciato e sono stati «gasati» durante gli scontri più duri, il rapporto storico mostra grosse fratture.
In un comunicato pubblicato ieri da notav.info si legge: «Nei mesi di campagna elettorale abbiamo sentito gli esponenti del "governo del cambiamento" promettere un'inversione di rotta rispetto le politiche delle grandi opere, ad oggi queste affermazioni restano lettera morta». Un comunicato che esce il giorno prima della kermesse romana del M5s.
Poco sotto: «Non abbiamo mai delegato la nostra lotta a nessuno e come noi numerosissime lotte territoriali vogliono prendere parola e raccontare quella verità che molti vorrebbero nascondere: non c'è alcun cambiamento, non c'è nessun rispetto per i territori e per chi li vive, non c'è alcuna garanzia per il futuro di tutti e tutte». In programma un'assemblea nazionale il 17 novembre con manifestazione il giorno successivo. Qualcosa che assomiglierà molto all'aperta ostentazione di ostilità.
Maurizio Pagliassotti
(Il Manifesto 20 ottobre)
Il M5s nasce da una gemmazione del Movimento NoTav. Accadde in un gelido pomeriggio torinese del dicembre 2005, dopo gli scontri per la riconquista di Venaus, quando su un palco montato presso il parco della Pellerina di Torino, di fronte a ottantamila manifestanti, arringarono la folla Beppe Grillo, Alberto Perino, Dario Fo e Marco Travaglio.
Grillo tornerà in val Susa diverse volte successivamente, guadagnandosi anche diverse medaglie sul campo: denunce e processi. Valsusina e No-Tav è la sottosegretaria Laura Castelli. Il M5s nei trenta chilometri di fondovalle che vanno da Alpignano a Susa non scende mai sotto il 40% dei consensi, con punte di 65% a Venaus. In Val Susa il concetto di sinistra è stato cancellato.
Ma il tempo passa e la pietra tombale sulla Torino-Lione tarda ad arrivare: ora che al governo ci sono quelli che hanno marciato e sono stati «gasati» durante gli scontri più duri, il rapporto storico mostra grosse fratture.
In un comunicato pubblicato ieri da notav.info si legge: «Nei mesi di campagna elettorale abbiamo sentito gli esponenti del "governo del cambiamento" promettere un'inversione di rotta rispetto le politiche delle grandi opere, ad oggi queste affermazioni restano lettera morta». Un comunicato che esce il giorno prima della kermesse romana del M5s.
Poco sotto: «Non abbiamo mai delegato la nostra lotta a nessuno e come noi numerosissime lotte territoriali vogliono prendere parola e raccontare quella verità che molti vorrebbero nascondere: non c'è alcun cambiamento, non c'è nessun rispetto per i territori e per chi li vive, non c'è alcuna garanzia per il futuro di tutti e tutte». In programma un'assemblea nazionale il 17 novembre con manifestazione il giorno successivo. Qualcosa che assomiglierà molto all'aperta ostentazione di ostilità.
Maurizio Pagliassotti
(Il Manifesto 20 ottobre)