Il
Pizzarotti di Bolzano Paul Kollensperger ha fatto il colpaccio: è
uscito dal M5S, ha fondato una sua lista che ha raccolto 43.315 voti,
il 15,2% della provincia (6 consiglieri). Secondo partito. Mentre i
suoi ex compagni del Movimento si devono accontentare del 2,4%.
Qualche centinaia di voti meno delle provinciali del 2013, ma anni
luce in meno rispetto al 22% delle Politiche di marzo a Bolzano
città.
In
realtà Kollensperger ha provato a restare nei Cinque Stelle. “Ho
chiesto di formare una lista del Movimento che, però, richiamasse
nel simbolo la comunità di lingua tedesca e abbracciasse le liste
civiche. Ne ho parlato con tutti, ma non se n’è fatto niente. E
allora ho deciso di correre da solo”. Kollensperger dedica un solo
passaggio critico agli ex compagni: “Se li è mangiati la Lega, non
io. Non hanno una proposta politica seria per Bolzano”. Alla fine
il M5S ha raccolto consensi in città tra gli italiani: basti pensare
che a Predoi – centro della tedeschissima Valle Aurina – ha preso
solo un voto. In Val Martello i consensi si contano sulle dita di una
mano.
ADDIO
PAUL. E
per il Movimento è un peccato, perché quando era nel M5S
Kollensperger aveva saputo conquistarsi consensi anche tra i
sudtirolesi. Sui temi vicini ai Cinque Stelle: sanità pubblica,
sprechi, trasparenza. E lotta allo strapotere Svp.
Ma
la lista Kollensperger fa male a molti: “Abbiamo dimostrato che il
voto di cambiamento può avvenire anche con uno slittamento verso il
centro, senza sparate sui migranti, ma solo con proposte serie e
radicate sul territorio. Nella comunità tedesca la destra, è andata
male, in quella italiana purtroppo no, ha stravinto la Lega”. E
infatti i due partiti della destra nazionalista sudtirolese escono
dal voto con le ossa rotte: die Freiheitlichen si ferma al 6,2%, il
Sud-Tiroler Freiheit della passionaria Eva Klotz al 6%. “Abbiamo
preso tanti voti anche a loro. Da quegli elettori che erano contro lo
strapotere del Svp, ma sono stufi della politica urlata, della
propaganda”. Prendete il tema del doppio passaporto: “Divide i
gruppi linguistici, non serve a nulla e crea tensioni con Roma. Il
prossimo anno si rinnova lo statuto dell’Autonomia e bisogna avere
buoni rapporti con il governo”. Ma Kollensperger fa paura
soprattutto alla Svp “che ha speso due milioni per la campagna
elettorale, mentre noi siamo nati da tre mesi e abbiamo investito 30
mila euro. La Svp vuole essere l’unico partito che dà voce alla
comunità di lingua tedesca e poi si cerca un alleato italiano di
comodo. Insomma, un potere assoluto”.
Non
sarà più così: La Svp è scesa al 41% (15 consiglieri).
Soprattutto Kollensperger dopo decenni è la prima vera alternativa
moderata di lingua tedesca. E se stavolta andrà all’opposizione,
alle comunali di Bolzano del 2020 e alle prossime provinciali
potrebbe giocarsela. Una rivoluzione.
Un
solo obiettivo è mancato: la nuova lista sperava di essere in parte
interetnica. Su 34 candidati c’erano anche cinque italiani e un
ladino. Non sono passati. L’unico partito votato da entrambe le
comunità restano i Verdi (6,8%).