sabato 20 ottobre 2018

PAOLO, IL GIUDAISMO E IL CRISTIANESIMO

"Paolo non ha mai concepito la rivelazione, fattagli da Dio, e dalla quale scaturisce la buona novella  del vangelo, come una rottura col giudaismo: la vocazione indirizzatagli di diventare l'apostolo dei pagani (Galati 1,12-16) ha costretto Paolo a convertirsi al Dio che era già suo. E dunque più giusto parlare della vocazione di Paolo anziché della sua conversione.
L'idea che Paolo si sarebbe convertito dal giudaismo al cristianesimo contraddice fortemente la comprensione che Paolo ha della propria storia. 
Per Paolo, è il Dio di Abramo che si è rivelato a lui in Gesù Cristo, tanto che per lui il vangelo non si presenta come una alternativa alla tradizione giudaica; esattamente al contrario, egli lo percepisce come la comprensione donatagli da Dio della benedizione di Abramo….
L'idea che Paolo si sarebbe convertito dal giudaismo al cristianesimo è anacronistica"...
Daniel Marguerat, Introduzione al Nuovo Testamento, Ed Claudiana, pag. 592, euro 42.00.

La citazione che ho riportato si trova a pag. 160 del volume citato. La ritengo molto importante perché persino i titoli aggiunti al testo biblico di Atti 9 molto spesso nelle nostre Bibbie scrivono ancora "la conversione di Paolo" lasciando l'idea che Paolo si sia fatto cristiano.
Franco Barbero