mercoledì 17 ottobre 2018

SPERANDO NEL MIDTERM

Poco dopo le 11 della sera a Washington, quando anche l`ultimo seggio in California sarà chiuso e i primi exit poll cominceranno a piovere, un uomo seguirà i risultati come un imputato che attende la sentenza: Donald Trump. Dall'esito dell`elezione generale nazionale, quella che chiamiamo Midterm perché cade alla metà del quadrienno presidenziale, Trump sa che dipenderà non solo la sua sopravvivenza politica, ma la sua vita civile. Se, come i Democratici più ottimisti osano immaginare, sia la Camera che il Senato oggi a maggioranza Repubblicana dovessero cambiare segno, una procedura di incriminazione (che non è la condanna) sarebbe inevitabile e una raffica di denunce penali potrebbero seguire.
Mai un'elezione - per rinnovare i 345 deputati della Camera in carica per due anni e per 35 senatori su 100 - sarà con altrettanta nitidezza un referendum sull'inquilino della Casa Bianca. Tutte le Midterm, alle quali svogliatamente partecipa al massimo il 40% degli elettori, sono un check up sulla salute politica del boss e il risultato è spesso una sconfitta per il partito al governo. Ma nessun presidente è mai stato così. Nessuno ha mai trasformato la massima carica della Repubblica Usa in uno show personale, un colossale reality del quale lui, e solo lui, è regista, conduttore e protagonista. Il sogno dei Democratici di conquistare la maggioranza alla Camera e di rosicchiare quei due seggi di vantaggio che i Repubblicani hanno al Senato - 51 contro 49 - ha qualche probabilità di realizzarsi fra i deputati e poche fra i senatori. E nessun sondaggio può confortare speranze o timori quando poche migliaia, o centinaia di elettori, possono spostare l`equilibrio di una nazione. Moltissimo dipenderà dal voto delle donne e nell'avverarsi della sempre annunciata e mai avvenuta Pink Wave, l'onda rosa. Ma nel turbinio delle previsioni, gli oppositori di Trump possono consolarsi con il pensiero che quella notte del 6 novembre The Donald suderà come mai prima nella sua vita.
Vittorio Zucconi

(D la Repubblica 6 ottobre
)