martedì 6 novembre 2018

INTERVISTA

Murgia- Janeczek

"Attenti al fascista che è in noi “

L'essere scrittrici e intellettuali le accomuna meno dell'essere donne compagne di ideali e di battaglie, tanto che Michela Murgia e Elena Janeczek mentre parlano hanno quel modo di guardarsi, ascoltarsi e di rimbalzarsi la parola, che fa sembrare agile anche il dialogo a partire da Istruzioni per diventare fascisti
(Einaudi,) ultima fatica dell'autrice sarda, premio Campiello con Accabadora.
Murgia, oltre che scrittrice, è tante cose. Conduttrice tv, critica letteraria, animatrice del dibattito( non solo) letterario italiano.
Janeczek ha vinto quest'anno lo Strega con La ragazza con la Leica
(Guanda), un romanzo che attraverso la storia della fotografa Gerda Taro racconta una generazione di giovani antifascisti, In quegli anni Trenta che hanno tanto in comune con i tempi odierni. Tutte e due partecipano attivamente alla campagna a sostegno della missione Mediterranea con la nave Mare Ionio che pattuglia il canale di Sicilia per soccorrere i migranti.
Da qui, dalle politiche di destra dell'attuale governo, parte il loro ragionamento, in un giardino milanese.

Perché gli scrittori e gli artisti si occupano tanto di fascismo?

JaneczeK:<>.
Murgia:<< Sono convinta che il fascismo come ideologia sia riconducibile facilmente al leghismo per molte analogie, ma il fascismo come metodo ci attraversa tutti, anche chi crede di essere molto democratico. Tanto il fascismo ”agito“ che stiamo vedendo in queste settimane, quanto quello progettato, quando governava il centrosinistra>>.

Il consenso che sta incontrando la linea dura nasce prima?

Murgia:<< Tra la ”ruspa“ è il ”rottamiamoli “, io non vedo tutta questa differenza semantica. L'altro, l'avversario politico, il nemico sociale viene comunque presentato e descritto come un residuo, un rifiuto da cui liberare la strada.
La violenza come arma politica è uno dei metodi del fascismo, cosa non molto chiara anche ai democratici>>.
JaneczeK:<< A sinistra non c'è nessuna vera risposta che non sia in qualche modo subalterna al discorso della chiusura, alla logica del nemico>>.

Scrivere libri sul fascismo è utile in un'epoca dominata dal web?

Murgia:<< In realtà, secondo me, non c'è nessuna differenza fra gli strumenti, non sono contrapposti. Io sto su tutti gli strumenti possibili, ogni volta che ne nasce uno, lo studio.  Se ci va abbastanza gente, voglio capire come funziona. Sono nuovi spazi narrativi. Decidere di stare lì è un'azione politica>>.
JaneczeK :<>.
Murgia:<< Pasolini era uno che prendeva il microfono e andava in mezzo alla gente in strada. Se ci fossero stati i social, credo che lui sarebbe stato su Facebook>>.

Questo momento politico favorisce il lavorare assieme degli intellettuali che interpretano il proprio ruolo nel senso della militanza?

Murgia:<< Certo. Se si studia la mappatura delle condivisioni, è evidente che scrittori e scrittrici non sono mai state così uniti come ora, in un rapporto molto proficuo.Basta vedere cosa stiamo riuscendo a mettere assieme con la nave Mediterranea>>.
Janeczek:<>.

Alla fine del libro c'è un ”fascistometro“ per misurare il grado di adesione al fascismo a cui siamo arrivati…

Murgia.<>>.
Janeczek:<>.
Murgia:<< Per me Mimmo Lucano è il nostro Giacomo Matteotti. Siamo a uno di quei passaggi storici in cui capisce che la pressione è arrivata a un punto tale che si deve reagire, oppure ci si spezza. Il modello Riace andava riprodotto in cento, mille comuni italiani, perché così anche attaccandone uno, non avresti spento tutti gli altri. Difenderli, significa difendere la possibilità che Italia somigli quel modello, che non deve essere un'eccezione. E non dimentichiamoci di Giusi Nicolini, che non è stata ricandidata sindaco a Lampedusa. Una scelta molto precisa nell'intera politica italiana per scoraggiare modelli che funzionano. Minniti ha detto le stesse cose che dice il governo di oggi. E se tu insegui il consenso su quel fronte, la destra è più brava di te>>.

Il successo della Lega in Trentino è il segnale che non ci sono margini per invertire la rotta?

Janeczek:<>.
Murgia:<>.

Ma questi partiti al governo hanno un enorme consenso.

Murgia:<<È un consenso di gente che magari non la pensa esattamente così, ma che su certe questioni è disposta a dare il consenso. E ti accusa di essere radical chic, perché non hai abbastanza paura e quindi vuol dire che hai sicurezze, che hai certezze. E non stiamo parlando di un aspetto economico, ma anche del fatto che tu possiedi 20 parole in più, riesci a pensare la realtà con quelle 20 parole in più>>.
Janeczek: <>.
                                                                 Zita Dazzi
                                                                 ( Repubblica 1/1172018)