martedì 20 novembre 2018

L'AMACA DI MICHELE SERRA

Non so se la fatturazione elettronica protegga o non protegga la privacy. 
So che non protegge il mio tempo, aggiungendosi alla miriade di nuovi adempimenti che si sommano a quelli vecchi. 
Un paio di anni fa mi venne richiesto di emettere la mia prima fattura elettronica. E' facile! Mi dissero: basta consultare, online, una specie di manualetto di istruzioni. 
Era lungo come quello di una mietitrebbia con motore atomico. 
Avevo sempre emesso fattura per mio conto, un paio di minuti al massimo, ho scoperto di non essere più in grado di farlo. Mi sono rifiutato di regalare un pomeriggio ulteriore alla burocrazia. Provvede il mio commercialista, un privilegio a pagamento, chi non può permetterselo pieghi la schiena sgobbi per sbrigare le sue pratiche, che sono sempre di più, sempre più complicate. Per conto di enti pubblici e privati io sono già lettore di contatori del gas e della luce ( tagliano il personale per far lavorare me) esattore di me stesso, compilatore di infinite scartoffie, segnalatore di caldaie per il Nuovo Archivio Caldaie, fornitore seriale di documenti di identità già in possesso di chi me li chiede. 
26 firme per un fido bancario! Giro dei tabaccai per pagare una multa, in cerca di quello convenzionato con l'ente multatore! 
Lo so, metto tutto nello stesso calderone, ma guardate che la misura è colma. La burocrazia uccide, ruba tempo, ruba vita. Favorisce I ricchi che possono affidare tutto a un professionista. 
E si accanisce contro i poveri, che devono farselo da soli, il loro Calvario. 

Repubblica 17 novembre 2018