Padre,
dopo questo anno di lavoro, vogliamo pregarti per tutti noi. Qualche
volta ci sentiamo stanchi, preoccupati e sfiduciati, e sembriamo dire
come Pietro: “Abbiamo faticato tutta la notte, ma non abbiamo preso
nulla”. Ebbene, richiamaci al dovere del riposo. Allontanaci
dalla frenesia dell'azione. Aiutaci a dormire tranquilli. Non indurci
nella tentazione di ridurre le quote minime di sonno, neppure per la
causa del Regno. Perché lo stress non è un incenso gradito al
cospetto di Dio.
Pertanto,
quando recitiamo i versetti del Salmo 126, in cui si dice che è
inutile alzarsi di buon mattino o andare tardi a riposare la sera,
perché “ai suoi amici il Signore dà il pane nel sonno” capiremo
bene che Tu non ci esorti al disimpegno, ma a rimettere tutto nelle
mani di Colui che dà fecondità al lavoro degli uomini.
Dio
della gioia, donaci il gusto del riposo. Facci riscoprire la gioia
antica di fermarci e conversare con gli amici senza guardare
l’orologio. Frena le nostre sfibranti tabelle di marcia.
Tienici lontani dall'agitazione di chi è in lotta perenne col tempo.
Liberaci dall’affanno delle cose. Persuadici che fermarsi sotto, la
tenda, per ripensare la rotta, vale molto di più che coprire
logoranti percorsi senza traguardo. Ma, soprattutto, facci capire che
se il segreto del riposo fisico sta nelle pause settimanali o nelle
ferie annuali che ci prendiamo, il segreto della pace interiore sta
nel saper ”perdere tempo“ con te. Tu ne perdi tanto con noi. Amen
Don Tonino Bello (Adattata)