domenica 18 novembre 2018

LE PAROLE PER DIRLO

Dalla natura scaturisce il terrore della morte.
dalla grazia scaturisce l'audacia“
( Tommaso d'Aquino)

Oggi ho avuto una lunga chiacchierata con un giovane universitario. Più volte ha ripetuto:” Non ci trova nulla di bello nella vita. Non ho più voglia di lottare.  A che serve?“.
Ripenso a lui, me lo porto in cuore. In lui ho toccato con mano quanto sia difficile dar fiducia alla vita. E’ una fatica per tutta la nostra società. Siamo più portati al sospetto che alla fiducia. Ci alziamo al mattino e iniziamo a sospettare della giornata appena iniziata. Diciamo:” Chissà che cosa succederà oggi! “. Ecco, siamo diventati sospettosi più che fiduciosi. Ovunque sale il sentimento della paura. Lo so, gli studiosi ci dicono che la paura è normale dato che viviamo nell'epoca delle incertezza; sono cadute le certezze che sostenevano la vita dei nostri padri e così ci sentiamo” insicuri “, ”persi “. Oppure ci dicono che la nostra è un'epoca di transizione e, pertanto, è normale sentirsi impauriti dai continui mutamenti.  Oppure ancora ci dicono che siamo dentro una grave crisi economica e lavorativa, per cui è normale sentire paura per il futuro. Così fioriscono le ”assicurazioni“: per paura assicuriamo tutto nella speranza di avere qualcosa di stabile. La parola ”sicurezza“ sta diventando la nostra parola magica. Siamo ormai persuasi che, risolto il problema della sicurezza, svaniranno tutte le paure, anzi si risolveranno magicamente tutti i guai.
In questa situazione, oggi più che mai, rinasce una bella opportunità per la fede. I credenti possono aiutare questa nostra stanca società a tornare a ”dar credito“ alla vita. Lo dice la parola stessa: ”credente“ significa proprio colui che ora sta credendo, colui che osa dare fiducia, colui che vive nella fiducia. Credente è colui che dà fiducia alla vita, nella buona e nella cattiva sorte.
Aiutiamoci, ognuno con le proprie risorse, ad abbassare il sospetto reciproco e verso il futuro. Aiutiamoci a far rinascere la fiducia reciproca e la fiducia verso il futuro. Aiutiamoci ad essere più grati e meno preoccupati. Perché spesso la paura nasce da l'ingratitudine per ciò che ci è stato donato.
In questi giorni in cui facciamo la visita ai cimiteri ricordiamoci di questa solenne verità: tutte le paure sono figlie della paura della morte. La visita al cimitero è una splendida occasione per guardare in faccia la morte e chiederci:” Che cosa faccio per convivere con il pensiero della mia morte? “. La nostra società ha talmente paura della morte che ha deciso di non pensarci. Ma la paura rimane. Occorre prenderla in mano, guardarla negli occhi. E chiederci:” Come credere alla vita sapendo di dover morire? “. Da tale domanda nasce una seria ricerca di senso. E, di conseguenza, nasce la voglia di trovare insieme il coraggio. Ricordando quanto scriveva Tommaso d'Aquino:”Dalla natura scaturisce il terrore della morte. Dalla grazia scaturisce l'audacia “.
Ti auguro di essere audace in questa lotta.
                                                                                                 Derio Olivero, vescovo di Pinerolo
L'Eco del Chisone 31 ottobre 2018