lunedì 19 novembre 2018

REPRESSIONE DELLA RICERCA NELLA CHIESA CATTOLICA

GESUITA SOSTIENE DONNE GAY NELLA CHIESA.
E LA SANTA SEDE GLI TOGLIE L’INSEGNAMENTO

39557 FRANCOFORTE-ADISTA. Molta rabbia e scalpore ha suscitato, in Germania, la decisione del Vaticano di non concedere il rinnovo dell'incarico al rettore dell'Università di Filosofia e Teologia Sankt Georgen, a Francoforte, il gesuita p. Ansgar Wucher-pfennig, prestigioso istituto gestito dalla Compagnia di Gesù. la Congregazione per l'Educazione cattolica, infatti, ha rifiutato la confirmatio al religioso nonostante l'avesse al contrario concessa in precedenza due volte, nel 2014 e nel 2016, e nonostante il corpo docente dell'Università lo avesse rieletto per un terzo mandato, lo scorso febbraio, con una maggioranza assoluta. Il perché di questo provvedimento - comunicato dal Vaticano l’8 ottobre scorso, ma risalente, in realtà, ad alcuni mesi addietro - è da individuare nelle posizioni favorevoli espresse dal religioso sull’omosessualità e sulle benedizioni di coppie omosessuali, in particolare in un'intervista rilasciata a un giornale nel 2016. Il provvedimento del Vaticano richiede che a p. Wucherpfennig di ritrattare tali posizioni, ma anche quelle espresse a favore del diaconato femminile.
  Sull’ingerenza del Vaticano in questioni di nomine c'è, in realtà, poco da obiettare, dal momento che nella Costituzione apostolica Veritatis gaudium, il documento di Papa Francesco circa le università e le facoltà ecclesiastiche dello scorso gennaio, viene affermato che <> di un rettore spetta, appunto alla congregazione per l'Educazione Cattolica. Cionondimeno, il rifiuto vaticano ha provocato, in Germania, reazioni molto accese, sia tra i vescovi che tra i teologi di lingua tedesca. La prima protesta viene dal superiore della Provincia gesuita tedesca, p. Johannes Siebner che, in una intervista all'agenzia Katholisch.de accusa il Vaticano di agire come <>: <>, ha detto,  confermando che la Congregazione vaticana gli ha comunicato nel giugno scorso la propria decisione, giustificandola esclusivamente con la posizione di Wucherpfennig sull’omosessualità espressa nel ottobre 2016 sul quotidiano Frankfurter Neue Presse. In quell'occasione, il gesuita aveva detto di avere l'impressione che l'atteggiamento negativo della Chiesa sull'omosessualità era da ricondurre a <>.In particolare, faceva riferimento alla lettera di Paolo ai Romani, che riflette - affermava - l'opinione, diffusa nel mondo antico, che le relazioni omosessuali fossero caratterizzate da <>; <>.
 Lo stesso Wucherpfennig ha avuto reazioni di sorpresa di fronte alla notizia del suo siluramento, che non riesce a comprendere, ha detto in un'intervista alla televisione di Stato il 9 ottobre, e che potrebbe costituire un danno alle persone omosessuali che solo di recente hanno cominciato a sentire nella Chiesa una maggiore apertura nei loro confronti. A fronte delle affermazioni di apparente apertura di papa Francesco sul tema, <>. Probabilmente, è l'ipotesi di p. Siebner, qualche cattolico particolarmente zelante ha inviato l'intervista del 2016 al Vaticano, che l'ha conservata in un cassetto per un anno e mezzo per utilizzarla poi per bloccare la rinomina di Wucherpfennig. La posizione del retto, argomenta il suo superiore, è <>: <>. Ma, al di là di tutto, ciò che irrita profondamente Siebner è il fatto che non vi sia stato alcun dialogo tra il dicastero vaticano e il rettore, cosa che ha impedito a quest'ultimo di chiarire il proprio pensiero, cosicché la richiesta del Vaticano è stata che il professore dichiarasse pubblicamente di riconoscere il magistero vaticano sul sacerdozio maschile e anche sulla <>. Una ritrattazione da parte di Wucherpfennig sarebbe un vero scandalo, ha concluso, dal momento che il religioso non ha contraddetto il magistero fondamentale della Chiesa.
 Il provvedimento vaticano rappresenta, secondo il canonista dell'Università di Munster Thomas Schüller, un autentico affronto all'Ordine dei gesuiti nel suo sforzo di fare passi avanti alla Chiesa affrontando le questioni del nostro tempo, ma anche un vero insulto a papa Francesco e al card. Louis Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, entrambi appartenenti alla Compagnia di Gesù. Indignazione è stata espressa anche dai giovani cattolici tedeschi il cui presidente, Thomas Andonie (uditore al sinodo sui giovani) ha definito il provvedimento <>.
 Critiche sono state espresse anche da numerosi teologi tedeschi, come pure dal vescovo di Mainz mons. Peter Kohlgraf, che ha chiesto, in un'intervista al sito della Chiesa tedesca katholisch.de, di aprire un dibattito teologico del passo della lettera di san Paolo ai Romani,  rifuggendo, come richiesto già dalla Pontificia Commissione Biblica, da interpretazioni letterali del testo: se ogni passaggio biblico, ha detto, fosse <>; <>.
  Supporto pieno anche dal vescovo di Limburg mons. Georg Bätzing, per il quale il gesuita è <> (domradio.de, 24/10).
 In un documento di due pagine del 14 ottobre scorso, tre grandi organismi (il  katholisch-Theologische Fakultätentag, che raduna 18 facoltà teologiche tedesche delle Università statali e 33 istituti di formazione per insegnanti di religione; la sezione tedesca della European Society for catholic theology e l'Unione delle associazioni teologiche cattoliche) hanno espresso pieno supporto a p. Wucherpfennig, affermando che il rifiuto vaticano di confermarlo contraddice la richiesta di papa Francesco (in Veritatis gaudium) di <>; <>. << In questo rifiuto di dialogare vediamo un esempio di quell’abuso di potere che è stato di recente criticato aspramente riguardo ai procedimenti per abusi sessuali in Germania>>. Il ”Magistero romano“, afferma che il documento dei teologi tedeschi, sta mandando messaggi contraddittori. Da un lato chiede di decentralizzare, dall'altro continua a seguire la pratica della centralizzazione; insiste sulla necessità di eliminare l'abuso, ma rifiuta di fare luce sull’abuso di potere. E se in Veritatis gaudium il papà chiede alla teologia di essere un ”laboratorio culturale“ di nuove sfide e nuove risposte, i teologi che prendono sul serio questo compito vengono <>. I teologi firmatari chiedono in conclusione al Vaticano di rivedere la propria decisione e di concedere a p. Wucherpfennig la riconferma del suo incarico, e al presidente dei vescovi tedeschi card. Reinhard Marx di chiarire a quanto danno stia arrecando il caso del gesuita alla Chiesa tedesca. Analoghe proteste sono giunte dal corpo docente della Facoltà teologica cattolica delle Università di Erfurt (15/10) e di Mainz.
  Secondo la rivista Herder korrespondenz, sarebbe in corso una sorta di trattativa tra Vaticano e gesuiti tedeschi: p. Wucherpfennig potrebbe restare al suo posto se i gesuiti si assumono la responsabilità della sua ortodossia. Ma la questione supera di gran lunga il caso specifico, trattandosi della libertà di ricerca teologica. Lo spiega bene lo stesso gesuita, affermando, in una intervista a Die Zeit (24/10) che la Chiesa la sta minando. Alla teologia spetta il compito di <>, altrimenti <>, altrimenti << dovremmo soltanto ripetere parola per parola la predicazione del Papa>>. In questo contesto si colloca l’enorme ondata di solidarietà che Wucherpfennig ha ricevuto: <

(Ludovica Eugenio) Adista 3 novembre 2018 N.38