GESUITA
SOSTIENE DONNE GAY NELLA CHIESA.
E
LA SANTA SEDE GLI TOGLIE
L’INSEGNAMENTO
39557
FRANCOFORTE-ADISTA. Molta rabbia e
scalpore ha suscitato, in Germania, la decisione del Vaticano di non
concedere il rinnovo dell'incarico al rettore dell'Università di
Filosofia e Teologia Sankt Georgen, a Francoforte, il gesuita p.
Ansgar Wucher-pfennig, prestigioso
istituto gestito dalla Compagnia di Gesù. la Congregazione per
l'Educazione cattolica, infatti, ha rifiutato la confirmatio
al religioso nonostante l'avesse al contrario concessa in precedenza
due volte, nel 2014 e nel 2016, e nonostante il corpo docente
dell'Università lo avesse rieletto per un terzo mandato, lo scorso
febbraio, con una maggioranza assoluta. Il perché di questo
provvedimento - comunicato dal Vaticano l’8 ottobre scorso, ma
risalente, in realtà, ad alcuni mesi addietro - è da individuare
nelle posizioni favorevoli espresse dal religioso sull’omosessualità
e sulle benedizioni di coppie omosessuali, in particolare in
un'intervista rilasciata a un giornale nel 2016. Il provvedimento del
Vaticano richiede che a p. Wucherpfennig di ritrattare tali
posizioni, ma anche quelle espresse a favore del diaconato femminile.
Sull’ingerenza
del Vaticano in questioni di nomine c'è, in realtà, poco da
obiettare, dal momento che nella Costituzione apostolica Veritatis
gaudium, il documento di Papa
Francesco circa le università e le
facoltà ecclesiastiche dello scorso gennaio, viene affermato che
<> di un rettore spetta,
appunto alla congregazione per l'Educazione Cattolica. Cionondimeno,
il rifiuto vaticano ha provocato, in Germania, reazioni molto accese,
sia tra i vescovi che tra i teologi di lingua tedesca. La prima
protesta viene dal superiore della Provincia gesuita tedesca, p.
Johannes Siebner che, in una
intervista all'agenzia Katholisch.de
accusa il Vaticano di agire come <>:
<>, ha detto,
confermando che la Congregazione vaticana gli ha comunicato nel
giugno scorso la propria decisione, giustificandola esclusivamente
con la posizione di Wucherpfennig sull’omosessualità espressa nel
ottobre 2016 sul quotidiano Frankfurter
Neue Presse. In quell'occasione, il
gesuita aveva detto di avere l'impressione che l'atteggiamento
negativo della Chiesa sull'omosessualità era da ricondurre a <>.In particolare, faceva riferimento alla lettera di
Paolo ai Romani, che riflette - affermava - l'opinione, diffusa nel
mondo antico, che le relazioni omosessuali fossero caratterizzate da
<>; <>.
Lo
stesso Wucherpfennig ha avuto reazioni di sorpresa di fronte alla
notizia del suo siluramento, che non riesce a comprendere, ha detto
in un'intervista alla televisione di Stato il 9 ottobre, e che
potrebbe costituire un danno alle persone omosessuali che solo di
recente hanno cominciato a sentire nella Chiesa una maggiore apertura
nei loro confronti. A fronte delle affermazioni di apparente apertura
di papa Francesco sul tema, <>.
Probabilmente, è l'ipotesi di p. Siebner, qualche cattolico
particolarmente zelante ha inviato l'intervista del 2016 al Vaticano,
che l'ha conservata in un cassetto per un anno e mezzo per
utilizzarla poi per bloccare la rinomina di Wucherpfennig. La
posizione del retto, argomenta il suo superiore, è <>: <>. Ma, al di là di tutto, ciò che irrita
profondamente Siebner è il fatto che non vi sia stato alcun dialogo
tra il dicastero vaticano e il rettore, cosa che ha impedito a
quest'ultimo di chiarire il proprio pensiero, cosicché la richiesta
del Vaticano è stata che il professore dichiarasse pubblicamente di
riconoscere il magistero vaticano sul sacerdozio maschile e anche
sulla <>. Una ritrattazione da parte di Wucherpfennig
sarebbe un vero scandalo, ha concluso, dal momento che il religioso
non ha contraddetto il magistero fondamentale della Chiesa.
Il
provvedimento vaticano rappresenta, secondo il canonista
dell'Università di Munster Thomas
Schüller, un autentico affronto
all'Ordine dei gesuiti nel suo sforzo di fare passi avanti alla
Chiesa affrontando le questioni del nostro tempo, ma anche un vero
insulto a papa Francesco e al card.
Louis Ladaria Ferrer, prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede, entrambi appartenenti alla
Compagnia di Gesù. Indignazione è stata espressa anche dai giovani
cattolici tedeschi il cui presidente, Thomas
Andonie (uditore al sinodo sui
giovani) ha definito il provvedimento <>.
Critiche
sono state espresse anche da numerosi teologi tedeschi, come pure dal
vescovo di Mainz mons. Peter
Kohlgraf, che ha chiesto, in
un'intervista al sito della Chiesa tedesca katholisch.de,
di aprire un dibattito teologico del passo della lettera di san Paolo
ai Romani, rifuggendo, come richiesto già dalla Pontificia
Commissione Biblica, da interpretazioni letterali del testo: se ogni
passaggio biblico, ha detto, fosse <>;
<>.
Supporto
pieno anche dal vescovo di Limburg mons.
Georg Bätzing, per il quale il
gesuita è <> ( domradio.de,
24/10).
In
un documento di due pagine del 14 ottobre scorso, tre grandi
organismi (il katholisch-Theologische Fakultätentag, che
raduna 18 facoltà teologiche tedesche delle Università statali e 33
istituti di formazione per insegnanti di religione; la sezione
tedesca della European Society for catholic theology e l'Unione delle
associazioni teologiche cattoliche) hanno espresso pieno supporto a
p. Wucherpfennig, affermando che il rifiuto vaticano di confermarlo
contraddice la richiesta di papa Francesco (in Veritatis
gaudium) di <>; <>. << In questo rifiuto di dialogare vediamo un
esempio di quell’abuso di potere che è stato di recente criticato
aspramente riguardo ai procedimenti per abusi sessuali in Germania>>.
Il ”Magistero romano“, afferma che il documento dei teologi
tedeschi, sta mandando messaggi contraddittori. Da un lato chiede di
decentralizzare, dall'altro continua a seguire la pratica della
centralizzazione; insiste sulla necessità di eliminare l'abuso, ma
rifiuta di fare luce sull’abuso di potere. E se in Veritatis
gaudium il papà chiede alla
teologia di essere un ”laboratorio culturale“ di nuove sfide e
nuove risposte, i teologi che prendono sul serio questo compito
vengono <>.
I teologi firmatari chiedono in conclusione al Vaticano di rivedere
la propria decisione e di concedere a p. Wucherpfennig la riconferma
del suo incarico, e al presidente dei vescovi tedeschi card.
Reinhard Marx di chiarire a quanto
danno stia arrecando il caso del gesuita alla Chiesa tedesca.
Analoghe proteste sono giunte dal corpo docente della Facoltà
teologica cattolica delle Università di Erfurt (15/10) e di Mainz.
Secondo
la rivista Herder korrespondenz,
sarebbe in corso una sorta di trattativa tra Vaticano e gesuiti
tedeschi: p. Wucherpfennig potrebbe restare al suo posto se i gesuiti
si assumono la responsabilità della sua ortodossia. Ma la questione
supera di gran lunga il caso specifico, trattandosi della libertà di
ricerca teologica. Lo spiega bene lo stesso gesuita, affermando, in
una intervista a Die Zeit (24/10)
che la Chiesa la sta minando. Alla teologia spetta il compito di
<>, altrimenti <>,
altrimenti << dovremmo soltanto ripetere parola per parola la
predicazione del Papa>>. In questo contesto si colloca l’enorme
ondata di solidarietà che Wucherpfennig ha ricevuto: <