Il giornale dei frati di Sant'Antonio:
"Licenziamo tutti gli otto giornalisti"
Alberto
Mattioli
Michele
Sasso
Padova
Da
giornale cattolico più diffuso nel mondo a primo giornale del mondo
realizzato senza giornalisti: è abbonato ai record Il
Messaggero di Sant'Antonio, storico
mensile dei Frati Minori Conventuali di Padova.
E
alle sorprese, anche. Almeno per gli otto giornalisti ”laici“
che ci lavorano, o ci lavoravano. Ieri i loro rappresentanti sono
stati convocati a quella che doveva essere una normale riunione
sindacale. E lì il direttore amministrativo, fra’ Giancarlo
Capitanio, ha comunicato loro che erano tutti licenziati; pace e
bene. Ah, e buon Natale (no, questo il Francescano non l'ha detto, ma
i dipendenti l'hanno subito pensato: in fin dei conti, ma due
settimane).
Subito
dopo è stato diffuso un comunicato dell'editore che informava della
”sofferta decisione di chiudere la relazione“: così, papale
papale, è il caso di dirlo. Dando anche i numeri:” Il bilancio
2017 si è chiuso con una perdita d'esercizio pari a 2milioni e 725
mila euro; le perdite nell'ultimo quinquennio montano a circa 10
milioni “. E poi: diminuzione del 25% degli abbonati al Messaggero
di Sant'Antonio,
del 34 di quelli del Messaggero dei
ragazzi, del 14 delle vendite nelle
librerie, del 22 della raccolta pubblicitaria. Un rosario di segni
meno. Curioso il gran finale:” E’ ferma intenzione dell'editore
continuare comunque a portare avanti il progetto evangelico e
caritativo continuando a pubblicare le sue riviste“, scritte da
chi,però, non si sa.
Per
i lavoratori è stato un fulmine, anche se non a ciel sereno perché,
dalle parti della Basilica, la situazione non è serena da
tempo. ” Siamo attoniti e feriti - spiegano i redattori in
assemblea -. Abbiamo sempre dato il massimo, già accettato
sacrifici, siamo in solidarietà all'80%, e disposti a discutere. Ma
adesso, alla vigilia di Natale, non ci chiedono di trattare: ci
chiudono“. E pensare che solo il giorno prima erano state
distribuite le nuove sim per i telefonini aziendali. Il numero di
gennaio è in lavorazione e avrebbe dovuto chiudere il 14 anche,
pare, con un'intervista a Mattarella. Quest'anno si sarebbero dovuti
festeggiare i 120 anni del giornale, fondato nel 1898, e per gennaio
era annunciato un restyling grafico. Adesso, chissà.
Sui
numeri c'è mistero. Certo, il Messaggero
è lontano dalle tirature astronomiche dei bei tempi, e il milione di
copie degli anni 60 è solo un ricordo, ho un rimpianto. Ma il
giornale, edizione italiana, è comunque sulle 270 mila copie, tutte
in abbonamento (23 euro per 11 numeri) e in più c'è l'edizione per
gli italiani all'estero e quelle in francese, inglese, tedesco e
romeno, vendute in 160 Paesi, il giornale dei ragazzi, il sito. ”I
dati non ce li hanno mai dati“, accusano i giornali, ma il totale
delle copie dovrebbe essere superiore alle 400 mila copie.
Il
direttore generale, fra’ Giancarlo Zamengo, risponde
misericordiosamente al telefono e spiega che no, lui per ora non ha
licenziato nessuno, ma ha detto che ”arriverà il momento di
chiudere la redazione, quando e come ancora non si sa“. Ah,
vabbè. Ma il giornale senza giornalisti chi lo farà? ”Sarà il
direttore editoriale a trovare le soluzioni“, però adesso fra’
Fabio Scansato ”è in comunità“ e non può essere
disturbato, chissà, magari stava pregando per i disoccupati.
Intanto
i redattori proclamano lo sciopero ad oltranza, annunciano presidi in
redazione e scrivono al vescovo di Padova, Claudio Cipolla,
lamentando ”una Chiesa che si fa portavoce di valori come
giustizia, carità, rispetto ed è poi la prima a calpestare l’essere
umano“. La segretaria del Sindacato giornalisti del Veneto, Monica
Andolfatto, è indignata: ” I frati della Basilica di Sant'Antonio
si sono dimostrati fra i peggiori padroni editoriali con cui il
sindacato si sia mai incontrato. Nessun margine di trattativa,
nessuna possibilità di confronto nulla“. A questo, non resta che
sperare in un miracolo di Sant'Antonio.