Di tanto in tanto, quando inizio un corso o un gruppo di lettura biblica ritengo molto utile anticipare che la Bibbia, letta seriamente, non è un libro tranquillizzante,
che dà tutte le risposte, un libro edificante. Allora premetto queste parole del grande Kafka piuttosto conturbanti e inquietanti:
"Se il libro che stiamo leggendo non ci sveglia come un pugno che ci martella sul cranio, perché lo leggiamo?
Buon Dio, saremmo felici anche se non avessimo dei libri, e quei libri che ci rendono felici potremmo a rigore scriverceli noi, ….
ma ciò di cui abbiamo bisogno sono quei
libri che ci piovono addosso come la sfortuna,
quei libri che ci perturbano profondamente,
come la morte di qualcuno che amiamo
più di noi stessi, come un suicidio;
un libro dev'essere come una piccozza
che rompe il mare di ghiaccio
che è dentro di noi".
(Franz Kafka, Lettera ad Oskar Pollak, del 27 gennaio 1904).