giovedì 3 gennaio 2019

Marcelo Barros parla del suo Brasile

Ha presentato anche il libro "La parola che unisce il cielo e la terra"


Con padre Marcelo Barros L'Eco aveva parlato diversi mesi fa; tema centrale il Brasile, con le sue sfaccettature e le sue contraddizioni. Da allora sono molte le cose cambiate in quel grande Paese così lontano ma che, inevitabilmente, ci tocca da vicino; Pinerolo ed il Brasile sono legati da continui scambi culturali volti alla solidarietà e alla formazione di giovani e giovanissimi. Pare giusto, quindi, cercare di comprendere qualcosa in più della società brasiliana, una società diversa scossa dall'elezione di Jair Bolsonaro lo scorso ottobre. Lo scambio con Marcelo Barros avviene ai margini di un incontro dove il monaco benedettino ha presentato il suo ultimo libro "La parola che unisce il cielo e la terra" con la collaborazione del Gruppo biblico della comunità di S. Domenico e prefazione del vescovo Derio Olivero.

Con Barros l'ultima volta si parlava di Lula, invece chi è Bolsonaro? «Fino a pochi mesi fa era una figura sconosciuta ai più. Un ex generale dell'esercito prestato alla politica, un esponente di quella destra estremista che difende la dittatura militare». L'ascesa di Bolsonaro si è concretizzata con modalità già viste in altre realtà occidentali: «Rappresenta in pieno il capovolgimento di fronte della realtà sociale e politica delle democrazie; l'essere antisistema una volta era una caratteristica ad appannaggio delle forze della sinistra, nella fattispecie di quelle radicali. Ora non è più così, l'antisistema nelle corse elettorali è la destra, quella estrema vestita in giacca e cravatta. Il Brasile stava vivendo un periodo di forti pressioni sociali. Bolsonaro è stato l'unico che è riuscito a canalizzane la speranza illusoria delle masse impoverite, Come? Grazie ad una campagna ultra milionaria basata sulle fake new, in tv, sui giornali, in radio, ovunque, e appoggiata anche, purtroppo dalla Chiesa cattolica».

Un capovolgimento che ha modificato il clima sociale del Paese. «Il messaggio di Bolsonaro non è una politica a favore di qualcosa ma contro qualcuno. Tre nemici da affrontare: lo Stato, il Lavoro e la Natura: Il Brasile di Bolsonaro sarà un Brasile delle élite bianche latifondiste pronte a svendere il Paese alle multinazionali. Si è creato un clima di violenza contro le dome; contro i gay e contro le minoranze».

Un'onda nera, in sostanza, figlia di un vento politico che soffiando dal Vecchio Mondo ha raggiunto gli Stati Uniti per poi approdare in America Latina. «Il caso Bolsonaro non ha colpito solo il Brasile, in dieci anni praticamente tutta l'America latina ha cambiato fronte politico passando dalla sinistra radicale o progressista alla destra conservatrice. Una crisi generale che potrà essere affrontata solamente con un movimento globale», conclude Barros. ste.na.

(L'Eco del Chisone 19 dicembre)