Coerentemente
con la sua dottrina
che
niente dovesse essere preso
troppo
seriamente,
neppure
i suoi insegnamenti, il maestro
amava
raccontare questa storia su se stesso:
“Il
mio primo discepolo era così debole
che
gli esercizi lo uccisero.
Il
mio secondo discepolo divenne pazzo
per
la serietà con cui praticava
gli
esercizi che gli impartivo.
Il
mio terzo discepolo ha intorpidito
il
proprio intelletto
per
la troppa contemplazione.
Ma
il quarto è riuscito a conservare
il
suo equilibrio”.
“Com’è
mai?”, chiedeva invariabilmente
qualcuno.
“Forse
perché è stato l’unico
che
si è rifiutato di fare gli esercizi”.
Le
parole del maestro erano soffocate
da
scoppi di risa.
Anthony
de Mello, Un
minuto di saggezza, pag.
230