domenica 17 febbraio 2019

Chiamparino, sì al modello Abruzzo
“Liste civiche aiutano il centrosinistra”


Nei prossimi giorni anche la tessera del candidato del centrodestra dovrebbe andare al suo posto. Intanto la settimana politica del Piemonte si apre con l'analisi del risultato dell'Abruzzo. Un indicatore prezioso, pur nelle differenze, tanto da scatenare polemiche e analisi declinate sulla realtà piemontese. «Trovo una sintonia. Un esito incoraggiante per il centrosinistra», commenta a caldo Sergio Chiamparino che oggi ha in agenda l'incontro di coalizione in cui si confrontano tutti i sostenitori, Pd e liste civiche in campo.
Considerata la performance della Lega, peraltro piuttosto scontata, il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari ha subito smentito ogni interesse a candidarsi staccando il Carroccio dall'alleanza a tre con Forza Italia e Fratelli d'Italia: «Ho il mio impegno di capogruppo - ha detto ieri mattina in un programma tv - e in Piemonte il candidato c'è e si chiama Alberto Cirio». Solo notizie negative in arrivo da corso Vittorio sul destino dell'euro parlamentare azzurro che piace a Matteo Salvini pare possano portare a un cambio di schema, soprattutto ora che il voto in Abruzzo ha confermato che un gioco a tre potrebbe essere il vero asso nella  manica. In piazza Castello Sergio Chiamparino, sempre impegnato nel duello a distanza con il ministro Toninelli, studia i numeri per valutare se il 30 per cento incassato dal centrosinistra in Abruzzo grazie alla presenza di un numero alto di liste civiche (che hanno rimpolpato il misero 11 per cento del Pd), può essere ulteriormente potenziato a Torino e in Piemonte. Dove peraltro il calo del Movimento 5Stelle potrebbe essere persino più importante a causa della perdita di consenso dell'amministrazione di Chiara Appendino. «Non so com'era confezionata la coalizione di Legnini in Abruzzo - . commentava ieri mattina - ma ci vedo una sintonia, un asse del presidente attorno a cui ci sono liste civiche e rappresentanze locali e partiti con dimensione nazionale tenuti insieme da una proposta del presidente». Poi l'affondo: «Questa mattina (ieri, n.d.r.), una signora e un ragazzo, mi hanno fermato per dirmi: 'Mi raccomando ci aiuti a togliere di mezzo questi qua'. Non so cosa volessero dire ma è un fatto che mi ha colpito».
Anche per il Pd sarà inevitabile aprire una riflessione sul risultato abruzzese. «Dal voto abruzzese vedo tre insegnamenti - dice il segretario regionale Paolo Furia - Il centrodestra se è unito è forte Oggi l'agenda la detta la Lega. In secondo luogo il Movimento 5Stelle si sgonfia rapidamente perché è un contenitore privo di identità. Le analisi dei flussi ci diranno in quale direzione sono andati gli elettori 5Stelle ma possiamo presumere che quelli più di destra siano tornati a votare a destra e quelli più a sinistra siano tornati a votare a sinistra». Un Pd più forte «rinnovato nei metodi e nelle persone, più umile e dialogante, non solo dedito alle dinamiche interne può fare la differenza», prova a spronare il segretario. «Il centrosinistra è dunque il vero competitore del centrodestra. Se da una parte è vero che una forte componente civica aiuta a tenere vivo il centro sinistra, è evidente che la debolezza del Pd nuoce a tutta la coalizione».
Mentre a destra il primo a tagliare il nastro del supporto civico è l'ipercinetico ex sottosegretario Mino Giachino, il coordinatore di Forza Italia Paolo Zangrillo sottolinea la defaillance del Movimento 5Stelle e insiste sulla forza dell'unità: «La narrativa grillina è al capolinea.  Forza Italia è ancora viva e vegeta e il risultato di Marco Marsilio è di buon auspicio anche per il Piemonte».
Dal fronte della Lega il consigliere comunale Fabrizio Ricca ironizza sull'ottimismo del presidente del Piemonte: «Chiamparino è felice per il risultato delle elezioni in Abruzzo? Si figuri noi. Si prepari a fare le valigie».
Sara Strippoli

(la Repubblica 12 febbraio)