"Anche quando parliamo di "storia della salvezza" non dobbiamo ritenere che ci sia un cammino già tracciato, come se Dio avesse il suo piano per salvare l'umanità e che noi recitiamo secondo copione, eseguendo il progetto prestabilito.
Di nuovo, fa capolino l'immaginario del turista, che procede sicuro seguendo le diverse tappe del viaggio organizzato! Ma noi non siamo turisti che percorrono itinerari prestabiliti. La storia della salvezza è un'avventura di fede, che si nutre della promessa che Dio cammina con noi, offrendoci una Parola che è "lampada al nostro piede" (Sal. 119,105), non carreggiata su cui procedere spediti.
Un verso di un poeta, Antonio Machado, dice che "camminando si apre il cammino". Immagine azzeccata per non fraintendere l'esperienza della fede biblica. Solo muovendo incerti passi, in una storia piena di trabocchetti, in compagnia di un camminatore instancabile e coraggioso (ma non magico!), si impara a credere.
L'immagine di un simile cammino esprime la fede, ovvero quell'affrontare la vita con fiducia nel Dio che, prima, l'ha sognata e, poi, ce ne ha fatto dono, non esonerandoci dalla fatica che comporta il mestiere di vivere, ma invitandoci a gustarne tutti i suoi aspetti, senza permettere che i piedi si fermino, stanchi e delusi.
Credere è camminare. Chi vive di fede è come un pellegrino in cammino nella storia verso la terra promessa e che rimane sempre tale. Come lo è Dio stesso: il Dio della storia e della salvezza, il Dio in cammino che, camminando insieme a noi, con noi apre il cammino".
Lidia Maggi, Fare strada con le Scritture, Edizioni Paoline, pag.31