Sono venuto perché abbiano una vita vera e completa” (Gv 10,10)
Dio
della vita,
Ci
piace invocarti così, ricordando Martino che non è più con noi ma
che crediamo e speriamo sia sempre nella grande vita che ci sostiene
e ci avvolge, accolto come figlio, assieme a Gesù di Nazaret e a
tutti coloro che hanno vissuto in modo pienamente umano.
“La
mia casa sarà casa di preghiera, voi invece ne avete fatto un covo
di briganti” (Lc 19,46)
Dio
della vita,
Anche
Martino è stato profeticamente, come Gesù, un demolitore di idoli.
In continuazione, con perseveranza, quasi ostinatamente, si è
opposto ai luoghi comuni, alle false immagini che di te gli uomini,
in particolare quelli religiosi, hanno costruito nel tempo. Ha
“scrostato”, “ripulito” con passione tutto ciò che rende
opaca la mente impedendo il passaggio della luce.
“Non
tutti quelli che dicono Signore, Signore, entreranno nel regno di Dio
ma soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è nei
cieli” (Mt 7,21)
Dio
della vita,
Martino
ha sempre privilegiato, anche e soprattutto negli ultimi periodi,
l’ortoprassi rispetto all’ortodossia. Buono è tutto ciò che ci
fa vivere più umanamente, in modo solidale. Ciò che conta è la
fraternità e non l’ideologia. Così si spiega la sua scelta di
essere seguace di Francesco e il suo legame con lui, così come la
nascita della piccola fraternità francescana nella nostra città,
segno di un modo di essere che si traduce nell’ordinaria
quotidianità.
“Dove
sono le vostre ricchezze là c’è anche il vostro cuore” (Lc
12,34). “Non potete servire Dio e i soldi” (Mt 6,24). “Se non
diventerete come bambini non entrerete nel regno di Dio” (Mt 18,3)
Dio
della vita,
Martino
ha vissuto sobriamente, da povero. Non aveva attaccamenti, non si
sentiva possessore di alcunché. La sua casa, povera; il suo lavoro
in fabbrica povero come quello di tanti; la sua pensione, povera. La
sua vera ricchezza erano una vita semplice, essenziale, senza pretese
ed il suo animo di ricercatore non disgiunto dall’utopia, dal sogno
e da uno stupore in qualche modo ingenuo.
“Beati
quelli che hanno compassione degli altri: Dio avrà compassione di
loro” (Mt 5,7)
Dio
della vita,
L’amore
di Martino era discreto, silenzioso, ma presente. L’amore per la
piccola Francesca totale e gioioso. L’amore per gli amici sentito
nel profondo. L’amore per chi cercava un contatto o un confronto
con lui si faceva ascolto attento e partecipe. Come la sua mente era
aperta, così il suo cuore.
“Ecco
un mangione e un beone, amico degli agenti delle tasse e di altre
persone di cattiva reputazione” (Lc 7,34). “Mentre erano a
tavola, so avvicinò una donna con un vasetto di alabastro, pieno di
profumo molto prezioso e versò il profumo sulla testa di Gesù”
(Mt 26,7)
Dio
della vita,
Martino
non era un asceta, un rinunciatario. Amava la vita, e sapeva godere
delle piccole o grandi cose di ogni giorno, di un cibo buono, di un
incontro, di un dono, di un’amicizia, di una partita di calcio. Non
costruiva ad arte il suo personaggio, era se stesso senza
infingimenti o ipocrisie.
“Spezzò
il pane e lo diede ai suoi discepoli” (Lc 22,19)
Dio
della vita,
Martino
ha spezzato la sua vita, l’ha condivisa. E’ stato un uomo per gli
altri: nell’impegno con le comunità di base a cui ha donato tempo,
studio, passione, negli incontri settimanali con gli amici con cui ha
spezzato il pane delle sue conoscenze e dei suoi continui
approfondimenti, nella disponibilità a percorrere nuovi cammini, nel
riconoscere il volto dei più deboli e nel farsi loro vicino con
gesti semplici e quotidiani.
Dio
della vita,
La
memoria di Martino ci porti a una nuova e rinnovata consapevolezza di
essere tuoi figli vivendo con semplicità e gioia il nostro cammino.