venerdì 13 settembre 2019

SUL TESTAMENTO BIOLOGICO E FINE VITA

Sul "fine vita" non condivido  la posizione dei vescovi italiani. Essa è l'espressione del "dogma della sacralità della vita" portato all'estremo della disumanità.
"Penso che su questo fronte la leadership della chiesa sia  rimasta indietro tanto sul piano della riflessione quanto su quello della decisione. Sono convinto, anzi fermamente convinto, che la vita sia un dono di Dio. Mi è stata regalata. Non me la sono guadagnata. In quanto credente, ritengo che mi sia stata donata da Dio attraverso i genitori. Questo dono, tuttavia, comporta una responsabilità. D'altronde lo dice anche il catechismo. Ciascuno di noi è responsabile della propria vita. E perché dovrebbe cessare di esserlo proprio nell'ultima fase  dellesistenza? La responsabilità esiste fino in fondo e io ho tutte le intenzioni  di assumerla.
Come può un Dio che ama le proprie creature  costringere  gli uomini  e le donne a vivere nella sofferenza? Il dogma dell'inamissibilità della morte volontaria è, alla luce delle sue conseguenze , sostanzialmente disumano" (Hans Kung, Morire felici?, Rizzoli Ed,).
E aggiunge: "Si può morire volontariamente anche sulla spinta  della fede in Dio" (Ivi.pag,23). " Lo ribadisco: l'eutanasia è la scelta giusta per me. E vorrei solo prendere le difese di coloro che optano per questo passo".(pag,35).
Mi sento di condividere questo invito alla responsabilità anche e soprattutto in nome di quel Dio che ci ha donato  la vita perché ne assumessimo la responsabiltà fino alla fine.
Franco Barbero