Michael
Brawn, Die Tageszeitung, Germania
In
Italia aumentano i piccoli centri abitati che usano i
regolamenti comunali per vietare l'uso
dei pesticidi in agricoltura
Il
piccolo villaggio di Malles, a nordovest di Bolzano in Val Venosta,
si vanta di essere uno dei luoghi più soleggiati del Sudtirolo. Fino
a qualche tempo fa Malles era anche orgoglioso di aver vietato da
cinque anni l'uso di pesticidi nel suo territorio. Ma ora le cose
sono cambiate, perché il 9 ottobre il Tribunale amministrativo
regionale (Tar) di Bolzano ha pubblicato la sentenza che dichiara
nullo il regolamento comunale di Malles che stabiliva il divieto.
Nel
settembre del 2014 il sindaco Ulrich Veith aveva indetto un
referendum per chiedere ai cittadini di Malles il loro parere
sull'uso dei pesticidi. Tre quarti dei 4.800 aventi diritto al voto
avevano partecipato alla consultazione popolare e un orgoglioso 75
per cento degli elettori aveva votato a favore del divieto dei
pesticidi, che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 2018. Da allora
in poi sarebbe stato consentito solo l'impiego di fitofarmaci
biologici. In molti hanno parlato del ‟miracolo di Malles”.
Competenza
statale
Ma
il miracolo non si è mai avverato: dopo il referendum alcune decine
di agricoltori della zona hanno presentato un ricorso contro la
consultazione popolare. A quel punto il comune ha deciso di
sospendere l'attuazione del nuovo regolamento fino al giudizio del
Tar, che ha recentemente dichiarato nullo il divieto dell'uso dei
pesticidi. Il comune infatti non ha la competenza sulle questioni
ambientali, che spetta esclusivamente allo stato. Di conseguenza il
divieto è stato sospeso.
Il
piccolo villaggio della Val Venosta, però, non si dà per vinto e
vuole portare il caso davanti al consiglio di stato, a Roma, il
tribunale d'appello nel giudizio amministrativo.
Anche la
procura della corte dei conti aveva aperto un procedimento contro il
sindaco Veith, contestando la spesa di soldi pubblici per il
referendum. Il primo cittadino avrebbe dovuto rimborsare 23mila euro,
ma alla fine almeno la corte dei conti ha assolto Veith dall’accusa
di danno erariale.
Altri
esempi in Italia
Anche
altri comuni italiani cercano di limitare l'uso di pesticidi, con
vari strumenti. Nel 2014 il consiglio municipale di Vallarsa, in
Trentino, ha deciso di fare in modo che le aziende biologiche siano
la norma. Infatti a Vallarsa sono le aziende convenzionali a doversi
assicurare per poter ripagare i danni nel caso in cui contaminino i
terreni degli agricoltori biologici con sostanze chimiche.
A
sud, il comune pugliese di Melpignano offre in concessione delle
terre ai disoccupati, a patto che le usino per coltivazioni
biologiche. Mentre a Carmignano, in Toscana, è vietato l'uso di
pesticidi nei territori di proprietà del comune. Inoltre il comune
proibisce l'uso di sostanze chimiche nelle aree residenziali e
vietata in generale l'impiego di glifosato. Sono in tutto settanta le
amministrazioni locali che in Italia, dal Sudtirolo alla
Sicilia, stanno usando i regolamenti comunali per limitare l'uso di
pesticidi in agricoltura.
Internazionale
18 ottobre 2019