Cresce
l’odio nelle nostre vite. Odio verso il diverso, i migranti, chi la
pensa differentemente da noi. Odio anche nella Chiesa, fra chi non
riesce a conciliare visioni opposte: tutti i Papi recenti sono stati
attaccati, Francesco con critiche inedite per «virulenza e volgarità di
linguaggio». All’odio si può rispondere con l’odio, oppure in altro
modo, «con la fraternità». Lo dice l’ultimo presule italiano creato
cardinale da Francesco, Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Zuppi è
voce ascoltata, personalità difficilmente etichettabile. In "Odierai il
prossimo tuo" (Piemme), riflessioni messe in pagina assieme al
giornalista Lorenzo Fazzini, c’è il fulcro del suo pensiero, il suo
essere vescovo di ognuno come la sua origine romana, e dunque
universale, gli ha insegnato. L’odio, secondo Zuppi, ha molte facce.
C’è
l’odio verso le donne e c’è il femminicidio. C’è la «nuova fobia»
dell’Islam, quando è la nostra Costituzione a essere lei per prima un
frutto dell’umanesimo che, quando viene messo in pratica, «genera a sua
volta umanesimo sociale». L’odio esiste, dunque, ma non nel Vangelo che
lo disinnesca «alla radice». I cristiani, dice Zuppi, «non possono
odiare», non possono avere nemici, non è loro permesso.
- paolo rodari
La Repubblica 24/11