sabato 30 novembre 2019

LE SUE RISPOSTE ALL'ODIO CHE CRESCE

Cresce l’odio nelle nostre vite. Odio verso il diverso, i migranti, chi la pensa differentemente da noi. Odio anche nella Chiesa, fra chi non riesce a conciliare visioni opposte: tutti i Papi recenti sono stati attaccati, Francesco con critiche inedite per «virulenza e volgarità di linguaggio». All’odio si può rispondere con l’odio, oppure in altro modo, «con la fraternità». Lo dice l’ultimo presule italiano creato cardinale da Francesco, Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. 
Zuppi è voce ascoltata, personalità difficilmente etichettabile. In "Odierai il prossimo tuo" (Piemme), riflessioni messe in pagina assieme al giornalista Lorenzo Fazzini, c’è il fulcro del suo pensiero, il suo essere vescovo di ognuno come la sua origine romana, e dunque universale, gli ha insegnato. L’odio, secondo Zuppi, ha molte facce. 
C’è l’odio verso le donne e c’è il femminicidio. C’è la «nuova fobia» dell’Islam, quando è la nostra Costituzione a essere lei per prima un frutto dell’umanesimo che, quando viene messo in pratica, «genera a sua volta umanesimo sociale». L’odio esiste, dunque, ma non nel Vangelo che lo disinnesca «alla radice». I cristiani, dice Zuppi, «non possono odiare», non possono avere nemici, non è loro permesso. 
- paolo rodari
La Repubblica 24/11