mercoledì 11 dicembre 2019

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA DI DOMENICA 15 DICEMBRE

IL CONTAGIO DEL CORAGGIO  

Matteo 11, 2-11
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?".
Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me".
Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:"Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Si, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te.
In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista: tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Contesto storico
L'azione dirompente di Giovanni Battista non è sfuggita al potere. 
Antipa, come ci documenta lo storico Flavio Giuseppe, lo ha rinchiuso nella prigione di Macheronte. Questo è il dato storico certo. Non siamo, invece, sicuri che tra la prigione di Macheronte e i villaggi della Galilea ci sia stato questo dialogo perché dalla prigione di Macheronte avevi poche possibilità di comunicare con l'esterno.
Ma il brano che abbiamo letto, in ogni caso, è una costruzione teologica ben organizzata che ha alle spalle il sicuro riscontro storico della relazione tra Giovanni Battista e Gesù. Qui, tessendo l'elogio dei due protagonisti, si vuole porre Gesù nella scia del Battista come prosecutore e innovatore del suo messaggio. Così nasce la teoria di Giovanni come precursore di Gesù. In realtà Giuseppe Flavio nel suo scritto "Antiquitates, verso 116-119" parla lungamente e dettagliatamente di Erode "che aveva ucciso quest'uomo buono che esortava i giudei a una vita corretta, alla pratica della giustizia reciproca, alla pietà verso Dio....Quando altri si affollavano intorno a lui...Erode si allarmò. Una eloquenza che sugli uomini aveva una presa così grande da porli portare a qualche forma di sedizione...Erode perciò decise che sarebbe stato molto meglio colpire in anticipo e liberarsi di lui prima che la sua attività portasse ad una sollevazione. Amotivo dei sospetti di Erode il Battista fu portato in catene nel Macheronte, la fortezza che abbiamo ricordato prima e quivi fu messo a morte". 
Deduciamo che il Battista fu un vero sollevatore di popolo contro i soprusi del potere. Egli per la sua coerenza morale era ritenuto dalla gente un maestro buono, virtuoso e per nulla compromesso con il potere.

La statura profetica del Battista convince Gesù

Gesù, secondo queste righe, è ben informato sullo stile di vita del Battista, sulla sua figura e sul suo messaggio.

È assolutamente possibile pensare che Gesù abbia fatto esperienza diretta, abbia visto con i propri occhi e sentito con le proprie orecchie chi era questo profeta appassionato che predicava nel deserto. Gesù si innamora di questo testimone, di questo maestro che si scaglia contro i potenti e invita ad un battesimo di conversione. Oggi gli studi biblici, aldilà dei racconti romanzati e teologicamente finalizzati, è certo che Gesù fu discepolo del Battista e in qualche modo fu la morte del maestro a dare l'ultimo impulso a Gesù per continuare e rinnovare il suo messaggio.

L'elogio di Gesù al Battista

"No, voi non avete visto una canna in balìa del vento, uno che vive sulle spalle del popolo", dice Gesù!
Sono immagini possenti, efficaci. Gesù è stato colpito da questo maestro che mette a repentaglio la propria vita pur di non tradire il messaggio che deve annunciare.
Il Battista era in prigione perché non si era piegato ad Antipa, non aveva "addomesticato" il suo messaggio, non si era tirato indietro davanti alle minacce e poi all'estrema intimazione di tacere.
Gesù custodirà nel suo cuore questa "lezione" del suo maestro e amerà, abbraccerà la causa di Dio e dei poveri senza risparmio, fino alle estreme conseguenze, esattamente come il Battista.

Gesù, il maestro che sa imparare.
Non fermiamoci alla leggenda della delegazione a Macheronte costruita sul piano teologico e letterario per far risaltare la falsità storica della superiorità di Gesù.
Se Gesù ha scoperto la sua vocazione, se il suo cuore si è aperto così appassionatamente alla ricerca della volontà di Dio, tutto questo è anche dovuto al fatto che egli ha cercato, scoperto un vero maestro. 
Gesù si messo alla scuola del Battista. Egli ha percepito il fuoco profetico che animava la sua vita. Egli ha capito bene che quel suo maestro non era un uomo dei palazzi ma un profeta di giustizia, l'opposto di una canna sbattuta dal vento.
Non sappiamo con esattezza quanto tempo Gesù sia stato alla scuola del Battista, ma ne ha colto la preziosa eredità.

Senza uomini e senza donne di questa "statura", la storia dei popoli rischia di restare nella palude. Senza questi simboli, sentinelle nella notte, sempre pronti a guardare dove spunta il sole di un giorno nuovo, la marcia di liberazione rischia di arrestarsi.
Ma questa statura profetica, proprio come fu per Giovanni Battista e per Gesù, si forgia nella lotta, si nutre di fede in Dio e di fiducia nella "gente comune", negli ultimi/e.

 E' il coraggio di metterci la faccia che cambia la storia.
Sono persone ed esistenze che non mettono al centro se stesse, che non coltivano il culto della personalità, ma vivono ed incarnano una autorevolezza che si esprime nel servizio e nella disponibilità. Ovviamente, queste persone sono "pericolose" perché il loro stile di vita è in palese contestazione di chi vive nel lusso e nel potere come dominio. Per fortuna, esse sono anche contagiose.
Eppure tutti e tutte noi abbiamo bisogno di incontrare queste persone che mettono in crisi una "vita sdraiata" e una "fede accomodata", che costituiscono pur sempre, bisogna riconoscerlo, una tentazione reale anche per ciascuno/a di noi.

Nella nostra chiesa
Non ci accorgiamo anche noi che il fuoco che Gesù è venuto a spargere sulla terra sembra far paura anche alla nostra chiesa e alle nostre vite?
Quanti pastori e ministri sono dei pompieri, sempre pronti a soffocare ogni soffio di novità.
È natale: costoro ripeteranno le solite "novelle" che sprigionano sonnolenza e colesterolo spirituale, senza capire che natale non è memoria di una nascita, ma memoria di una vita, quella storica di Gesù.
Gesù non è "interessante" per la sua nascita. Egli nasce dall'amore di Maria e Giuseppe, da un rapporto affettivo e sessuale come ogni altro bimbo e bimba.
Le "leggende" natalizie che troviamo nei vangeli di Luca e Matteo vanno lette appunto come leggende, che nell'antichità erano comuni in tutte le tradizioni religiose.
Ma Gesù è per noi "interessante" e "provocatorio" per il suo stile di vita: ecco su che cosa dobbiamo fare centro, ben oltre le nenie natalizie pur così suggestive.
Tocca a ciascuno/a di noi raccogliere la sua "provocazione". Non possiamo sempre attendere che ci sia qualcun altro che gioca la partita anche per noi.
Se non prendo sulle mie spalle anche lo zainetto della mia personale responsabilità, anche l'attesa del fatidico profeta , che mi trascini sul sentiero di Gesù, diventa un alibi, un comodo svicolamento.
Io debbo metterci la mia fede, la mia volontà, le mie energie: questo nella società come nella chiesa.
Non serve e non è onesto denunciare le inadempienze altrui se poi non assumo le mie personali responsabilità.

Gesù vero maestro
Questa pagina, diciamolo ancora, evidenzia un Gesù concreto che sa imparare, molto diverso da quel Gesù di catechistica memoria che nasce "già tutto imparato".
Ha potuto diventare un maestro di vita perché ha imparato da Giovanni e nei suoi viaggi nei villaggi ha imparato dalla fede del centurione, dalla donna siro-fenicia, dalla vedova che mette la sua povera offerta per il tempio, dalla donna che incontra nella casa di Simone....
I grandi maestri hanno certamente molto da insegnare ma soprattutto sanno ascoltare e poi comunicare e coinvolgere.
Gesù ha ascoltato e imparato dal Battista e ha comunicato la sua passione .
Dobbiamo ricordare in questo tempo in cui siamo aggrediti da mille banalità e distratti da mille superficialità, che anche la bontà è contagiosa. Se noi come Gesù e il Battista, sostenendoci a vicenda, cerchiamo di appartenere a quella vastissima rete dei costruttori di solidarietà e di pace, nel nostro quotidiano possiamo contagiare con qualcosa di buono altre persone.