giovedì 12 dicembre 2019

Kievgate, pressioni di Giuliani, anche su due oligarchi ucraini

KIEV - Una mano a risolvere i loro problemi legali negli Stati Uniti in cambio di informazioni che potessero danneggiare Joe Biden, il candidato alla nomination democratica alla Casa Bianca in corsa contro Donald Trump. Fu il patto proposto da Rudolph Juliani, avvocato personale del presidente americano, a due oligarchi ucraini - Dmitro Firtash e Igor Kolomojskij - il primo incriminato per corruzione, l'altro coinvolto in un grande scandalo bancario e indagato dall'Fbi. A rivelarlo sono stati proprio Firtash e Kolomojskij intervistati dal The New York Times. Un altro tassello del cosiddetto "Kievgate", lo scandalo intorno alla telefonata del 25 luglio tra Trump e il suo omologo ucraino Volodimir Zelenskij che ha portato all'apertura di un'inchiesta ufficiale per impeachment contro il presidente statunitense.
Nelle due settimane di udienze pubbliche, diplomatici e funzionari della sicurezza nazionale Usa hanno rivelato che Trump, con l'aiuto di Giuliani, avrebbe chiesto a Zelenskij di indagare su un presunto abuso di potere di Biden ai tempi della vice-presidenza in cambio dello scongelamento di 400 milioni di dollari di aiuti militari all'Ucraina.
Secondo la ricostruzione del quotidiano newyorchese, Trump e Biden esercitarono pressioni per ottenere informazioni compromettenti su Biden non solo su politici e funzionari statunitensi, ma anche su cittadini stranieri legalmente vulnerabili. Due emissari di Giuliani - Lev Parnas e Igor Fruman - contattarono in aprile Kolomojskij e in giugno Firtash. Secondo un'altra inchiesta della Cnn, i due fecero pressioni anche su Andrew Favorov proponendogli la nomina come ceo di Naftogaz, la compagnia di petrolio e gas statale ucraina, in cambio di aiuto.

(la Repubblica, 26 novembre 2019)