Salmo 71
E’
un salmo di fiducia dove si alternano parole di supplica e di lode.
E’ la preghiera di un
uomo anziano che chiede a Dio di non essere abbandonato, ma di
“essere salvato”.
Da questa preghiera emerge la preoccupazione dell’uomo di essere
abbandonato da Dio nel momento della vecchiaia, cioè, nel momento di
maggior fragilità. Ed emerge anche il rammarico e la vergogna di
quest’uomo che si sente vittima di soprusi da parte di altri
uomini, suoi nemici, che approfittano di quella situazione di
fragilità per coprirlo d’infamia.
Ma, nonostante questa
situazione di sofferenza, la preghiera inizia con parole che
testimoniano una grande fede in Dio “ In Te
mi rifugio o Signore: fa che non resti deluso”.
Parole che guardano già al superamento di quel triste momento.
L’uomo si rivolge a Dio con fiducia perché sa che su Dio può
contare. Spera che con il Suo aiuto le cose possano cambiare,
che la situazione di sofferenza in cui si trova possa un giorno
finire. Una visione fiduciosa, che confida in Dio, rafforzata dal
fatto che lui ha già conosciuto Dio in passato. Dio è per lui una
presenza familiare che ha avuto sempre al suo fianco.
Una presenza
che l’ha “accompagnato fin dalla nascita,
fin dal grembo materno, e poi nella sua giovinezza. Poi da adulto
quando agli occhi della gente appariva quasi un prodigio”. Dio
è stato per lui un rifugio sicuro.
Poi la preghiera pare
prendere una precisa direzione. Le preoccupazioni e le paure sembrano
lasciare il posto ad una certezza:”Io non
cesserò di sperare e moltiplicherò le tue lodi”.
In quel momento l’anziano decide di non arrendersi e ribadisce
con più convinzione la sua fede. Egli adesso è certo che Dio lo
farà “risalire dagli abissi della terra”
e “gli darà ancora
vita” ed emergono in
lui nuovi stimoli: “testimoniare i prodigi
del Signore”. Intravede che potrà avere
ancora una funzione in futuro; anziché stare a sentire e
rammaricarsi delle congiure contro di lui, egli sarà testimone dei
prodigi del Signore davanti a molte generazioni che lo ascolteranno
al tempio. Egli si immagina, finalmente, di nuovo in comunione con
Dio. E mentre, “con l’arpa e la cetra
canterà le lodi al Signore”
egli non si ritroverà più solo e isolato da tutti ma in mezzo al
popolo a parlare di Dio alle future generazioni.
Questo” racconto”
sembrerebbe una lunga e profonda riflessione di una persona anziana
che ripercorre molte tappe della sua vita. Da questa “riflessione”
sembra emergere che ritrovare Dio e rimanere in comunione con Lui
porta a ritrovare se stessi.
La vera vita, quella che conta è con
Dio.
Ines Rosso