I
PRETI SPOSATI SONO VERAMENTE BENEDETTI
Ordinare
preti uomini sposati? Nella Chiesa cattolica latina è una prassi
decennale. Sono passati già due lustri (il 4 novembre scorso)
dall’entrata in vigore della Costituzione Apostolica di Benedetto
XVI Anglicano-rum coetibus con la quale papa Ratzinger introduceva
accanto ai due tradizionali “riti latini”, il romano e
l’ambrosiano, quello che riunisce i fedeli di tradizione anglicana.
Per adeso ancora suddivisi in tre “ordinariati personali”, uno
per Inghilterra, Galles e Scozia e l’altro per Stati Uniti e
Canada, l’ultimo per Australia e Giappone.
In
sostanza intere parrocchie, per mantenere le tradizioni spirituali e
liturgiche della Chiesa anglicana, si sono poste, dice il documento,
“corporativamente” in comunione con il Papa e la Chiesa
Cattolica. Insieme a circa diecimila fedeli, sono diventati cattolici
duecento tra vescovi e pastori che, una volta riordinati sacerdoti
cattolici, hanno continuato il ministero nelle 150 parrocchie delle
tre circoscrizioni anglocattoliche. Tutti sacerdoti sposati che hanno
proseguito nella loro vita matrimoniale e familiare. Il problema più
serio è stato di ordine pratico: lasciando la Comunione anglicana,
avevano perso luoghi di culto e residenze pastorali, ma è stato
felicemente risolto “assorbendoli” nelle parrocchie e nelle opere
del luogo dove risiedevano. Quanto al resto, l’inclusione nel
corpaccione del cattolicesimo contemporaneo è avvenuta senza
problemi. Anzi, il loro ministero sacerdotale è talmente apprezzato
da spingere i vescovi locali a farli diventare parroci anche di
parrocchie di rito romano, fin qui abituate ad avere solo pastori
celibi. E il loro inserimento non solo è stato pacifico, ma gradito
da fedeli persino felici nel vederli vivere sereni in famiglie
spiritualmente motivate e zelanti.
In
attesa di riforme promesse e mai realizzate, se la Chiesa si stesse
riformando da sola?
Filippo
Di Giacomo – il venerdì di Repubblica – 22 novembre 2019