In
Emilia-Romagna vivono oltre 3mila nomadi, tra Sinti e Rom (questi
ultimi livello nazionale, rappresentano lo 0,15% della popolazione:
circa 87.000 persone). Accogliendo le raccomandazioni dell'ONU, nel 2015
la regione, prima in Italia, ha dato il via libera alla chiusura dei
grandi insediamenti, aprendo la strada alla realizzazione di micro aree
autogestite-con utenze a carico delle famiglie e non più dei comuni -e
alla ricerca di soluzioni abitative alternative. Ricorrendo non solo
all'edilizia residenziale pubblica, in presenza dei requisiti validi per
tutti i cittadini. Ma anche, quando possibile, ad alloggi reperiti sul
libero mercato. Lo ha fatto con un bando con cui ha assegnato 1 milione
di euro a sette comuni da Rimini a Bologna. Solo quello di Casalecchio è
riuscito fino a ora a raggiungere l'obiettivo.
Repubblica 30 novembre