giovedì 30 gennaio 2020

OMO O ETERO SI NASCE, È NORMALE
IL CAMMINO SINODALE DELLA CHIESA
TEDESCA

BERLINO. La chiesa in Germania si conferma certamente come la punta avanzata del cattolicesimo europeo: mentre è stato avviato il Cammino sinodale che, per i prossimi due anni, metterà sul tavolo le questioni ecclesialmente più urgenti, allo scopo di recuperare quella credibilità perduta con l'esplosione dello scandalo degli abusi (v. Adista Notizie nn. 12, 33, 34, 43/19), i laici tedeschi hanno approvato formalmente un rito per la benedizione delle coppie omosessuali. Il Zentralkomitee der Deutschen Katholichen (Zdk), il massimo organismo laicale in Germania, che lavora insieme alla Conferenza episcopale nel Cammino sinodale, ha infatti approvato una risoluzione nella quale si esortano i vescovi a esplorare «una benedizione di Dio mediata dalla Chiesa» per le coppie omosessuali, allo scopo di aiutarli a superare «difficoltà» e «emergenze esistenziali». Si tratta di una posizione che lo Zdk ha assunto fin dal 2015, quando per la prima volta ha espresso il proprio favore a un rito per le coppie omosessuali da celebrare in chiesa. Ora, l'associazione «incoraggia» i vescovi a investigare ulteriormente le possibilità di cerimonie per le unioni tra persone dello stesso sesso, ma anche per le persone che si trovano in posizioni nelle quali non possono accedere al matrimonio religioso, come i divorziati che vivono una nuova relazione.
Nella risoluzione, approvata il 14 dicembre scorso, lo Zdk insiste particolarmente sul fatto che l'attuale divieto di celebrare riti di benedizione per le coppie omosessuali è ormai desueto e non risponde all'invito del Catechismo a trattare gli omosessuali «con rispetto, compassione e sensibilità». L'associazione laicale esorta inoltre vescovi e preti a non puntare il dito contro le presunte mancanze delle coppie cattoliche omosessuali, ma a celebrare, al contrario, l'amore e il desiderio di Dio insito nella speranza che la Chiesa finalmente riconosca la loro benedizione.

Non solo i laici
Ma la sorpresa maggiore, nel dare corso di piena inclusione nella Chiesa delle persone Lgbt, viene dall'episcopato tedesco, che in un comunicato conclusivo di un recente summit specialistico sulla sessualità svoltosi a Berlino il 5 dicembre e intitolato ‟Sessualità umana: come discuterne scientificamente teologicamente e come valutarla in termini ecclesiali” - al quale hanno partecipato rappresentanti della commissione episcopale per il matrimonio e la famiglia, sessuologi, canonisti e teologi - ha equiparato, sostanzialmente, eterosessualità e omosessualità. Ne dà conto Giovanni Panettiere su quotidiano.net (15/12), riportando il testo del comunicato, diffuso sul sito della Conferenza episcopale: «C'è stato accordo - vi si legge - sul fatto che la preferenza sessuale dell'uomo si esprime nella pubertà e assume un orientamento etero o omosessuale. Entrambi appartengono alle normali forme di predisposizione sessuale, che non possono e non dovrebbero essere modificate da alcuna socializzazione specifica». I risultati di questo incontro confluiranno nel forum del Percorso sinodale ‟Vivere in relazioni positive-Vivere l'amore nella sessualità e nella relazione”, che inizierà i suoi lavori nel febbraio 2020.
Già due vescovi tedeschi, lo scorso agosto - mons. Franz- Joseph Bode di Osnabrück e mons. Stefan Hesse di Amburgo (Novenanews, 30/8) - avevano sottolineato con forza la necessità di una maggiore accoglienza pastorale delle persone Lgbt. Lo hanno fatto nella prefazione di un libro appena pubblicato, Mit dem Segem der Kircke? Gleichgeschlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoral (‟Con la benedizione della chiesa? Relazioni omosessuali al centro della pastorale”; v. Adista Segni Nuovi n. 40/19), pubblicato da teologi gay e da persone impegnate nella Chiesa e nella pastorale omosessuale, che esplora la possibilità di riti di benedizione delle coppie Lgbt. Il libro è stato presentato in un contesto istituzionale, l'Accademia cattolica di Amburgo. Nella prefazione, intitolata ‟Per accompagnare”, i due vescovi affermano che «vi sono molti cattolici impegnati, tra i quali anche dei genitori, che desiderano un modo più aperto di affrontare gli omosessuali rispetto a ciò che stanno vivendo attualmente nella Chiesa». Per i due vescovi si inserisce in questo contesto il desiderio di una benedizione come «espressione della fiducia nel fatto che l'amore di Dio e la sua fedeltà verso gli esseri umani si realizzano» in quelle relazioni. Tuttavia, la questione dell’approvazione di un rito per i fedeli Lgbt dipende, affermano Bode e Hesse, dal processo di discernimento che avverrà nel contesto del Cammino sinodale. Questo intraprenderà «uno sviluppo ulteriore necessario della morale sessuale cattolica» che ha le risorse per giungere alla definizione di un rito di benedizione per le coppie omosessuali e non solo.
Bode e Hesse non sono soli in questo vibrante appello; il vescovo di Essen mons. Franz-Josef Overbeck aveva già fatto appello a una «depatologizzazione» dell’omosessualità che porti a una «liberazione», che ha definito «tardiva», delle persone omosessuali; il vescovo ausiliare di Münster mons. Dieter Geerlings ha a sua volta espresso la sua «opinione personale» secondo la quale la Chiesa ha la facoltà di impartire una benedizione alle coppie omosessuali: «Se il magistero insegna soltanto e non impara più, c'è qualcosa di sbagliato», ha affermato qualche tempo fa secondo quanto riporta il portale Novenanews (30/8).
Ludovica Eugenio, Adista n.45, 28 dicembre 2019