domenica 19 gennaio 2020

Omosessualità e religione "Essere una voce della Chiesa"Domenica al Ducale un importante convegno per affrontare un tema che ormai non è più un tabù fra i partecipanti Franco Barbero, ex sacerdote cattolico, primo prete ad aver sposato una coppia gay 


L'evento
Domenica 12 gennaio alle 17.30 nella sala del Munizioniere di Palazzo Ducale si terrà l'incontro, "Omosessuali credenti: percorsi di fede a confronto", organizzato da Arcigay Genova, Chiesa Valdese di Genova e Progetto Algebar. Interventi di: Letizia Tomassone pastora Chiesa valdese e metodista di Firenze, docente di Studi femministi e di genere alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma; il rabbino delle comunità ebraiche di Marsiglia e Montpellier Haim Fabrizio Cipriani e Franco Barbero, ex sacerdote cattolico, impegnato nella cura pastorale delle persone omosessuali 


Nel 1978 ha celebrato il primo matrimonio fra due persone dello stesso sesso, ha sempre ritenuto l'omosessualità un dono e per le sue posizioni, nel 2003 è stato sospeso a divinis dal sacerdozio. Franco Barbero, ex sacerdote cattolico impegnato nella cura pastorale delle persone omosessuali e attivo nella sua comunità di Pinerolo, sarà a Genova, nella sala del Munizioniere di Palazzo Ducale, domenica 12 gennaio alle 17.30, per parlare di Omosessuali credenti: percorsi di fede a confronto. Un incontro organizzato da Arcigay Genova, Chiesa Valdese di Genova e Progetto Algebar nell'ambito della Giornata per il Dialogo tra Omosessualità e Religioni, e che vede sedersi attorno al tavolo oltre a Barbero, anche Letizia Tomassone pastora Chiesa valdese e metodista di Firenze e il rabbino delle comunità ebraiche di Marsiglia e Montpellier Haim Fabrizio Cipriani.
Il rapporto tra omosessualità e religioni è ancora un cammino ad ostacoli; tra aperture e chiusure, giudizi e accoglienza, dove si incontrano realtà che hanno intrapreso un percorso di apertura, come la Chiesa Valdese che «ormai da decenni ha avviato una strada di comprensione delle persone LGBTI», spiega Claudio Tosi, presidente Arcigay Genova e altre invece, come la Chiesa Cattolica «dove la distanza dagli omosessuali è ancora tanta, nonostante le note parole di Bergoglio "Chi sono io per giudicare un omosessuale che cerca Dio?». Anche se qualcosa sta cambiando: «Per uno come me che ha cominciato nel 1963 da giovane prete e che nel '78 ha celebrato il primo matrimonio tra due persone dello stesso sesso, riconosco che un cammino c'è stato. Soprattutto in campo teologico», osserva Barbero, sottolineando i suoi 81 anni d'età. A tal proposito: «Nel libro Chi è l'uomo pubblicato dalle Edizioni Paoline in questi giorni, e scritto dalla commissione biblica vaticana, si dice chiaramente che non si può più trattare l'omosessualità come una malattia e bisogna leggere i passi biblici tenendo conto del contesto in cui sono stati scritti. Questi per me sono passaggi molto importanti», sottolinea. «Certo, poi bisogna vedere come sarà tradotto nella pastorale delle parrocchie». Secondo Barbero infatti «C'è una parte del corpo ecclesiale che è troppo legata a una lettura della Bibbia decontestualizzata e che manca di slancio».
Per anni gli omosessuali si sono sentiti e molti si sentono ancora ai margini della Chiesa, eppure non dovrebbe essere così: «Nella chiesa siamo tutti figli e figlie di Dio: la Chiesa deve essere una casa accogliente per tutti», sottolinea l'ex sacerdote. Per questo: «Gli omosessuali devono avere coraggio e non lasciare la Chiesa, ma esserne una voce», invita. Mentre la Chiesa deve mettersi in «ascolto». È questa secondo Barbero la parola chiave in grado di sciogliere ogni pregiudizio, «perché una Chiesa che non sa ascoltare è senza futuro». E conclude con un auspicio: «Che un giorno, anche le coppie omosessuali possano accedere al matrimonio cristiano».
Rosangela Urso

(la Repubblica 9 gennaio 2020)