sabato 29 febbraio 2020

Intervista all'Eurodeputato medico a Lampedusa
Bartolo "Cancellare quei provvedimenti. Sono stati un abuso"

ROMA - «Sì, mi sono commosso incontrando Kebrat, la ragazza data per morta e che io...». Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, ora eurodeputato, lascia la frase in sospeso per pudore di dire che è lui ad avere salvato la giovane naufraga eritrea già sistemata tra i cadaveri sul molo Favaloro, accorgendosi di un flebile battito del cuore. Ieri a Bruxelles con il "comitato 3ottobe 2013" e 150 ragazzi delle scuole, Bartolo dice: «I ragazzi sono grandi e mettono noi adulti sulla strada maestra dell'umanità e del rispetto». E invita: «»I decreti sicurezza vanno cancellati come il memorandum sulla Libia».
Bartolo, quanti migrati ha visto e aiutato...
«Ho fatto il medico per 30 anni a Lampedusa, ho ricevuto dai migranti sempre un ringraziamento, sono persone straordinarie. E la gratitudine ti dà la forza di andare avanti nel momento dello sconforto, quando vorresti mollare per le situazioni terribili che vedi. A me è capitato. Allora mi sono detto: dai, Pietro, sta per cambiare tutto, invece è cambiato poco».
Lei ha sempre chiesto che i decreti sicurezza fossero cambiati?
«Devono essere cancellati. Non lo dico io, ma anche Zingaretti, le Sardine e tutti coloro che mi hanno votato perché sanno che porto avanti valori indiscutibili e universali».
Poche modifiche non bastano?
«La ministra Lamorgese sta cercando di mettere mano a questi decreti. Per ora c'è solo una bozza, quindi è un primo passo, che però deve andare verso una soluzione definitiva».
Per lei cosa è indispensabile?
«Lo ius soli. Chi nasce e studia in Italia è cittadino italiano. Non dargli la cittadinanza è un danno a loro e anche a noi stessi».
I porti chiusi devono diventare un ricordo?
«I porti chiusi non ci sono mai stati se non per le Ong, per le motovedette, per la Diciotti, la Gregoretti... come se tutti i cattivi salissero su quelle navi. Ma i terroristi difficilmente arrivano con i gommoni e i barconi perché non hanno intenzione di morire prima di fare il danno. E poi su quelle navi c'erano molti bambini: terroristi anche loro? Le politiche di Salvini sono state un abuso».
Neppure sul memorandum con la Libia lei è d'accordo?
«Ci facciamo vanto del calo degli arrivi, Ma chi non parte è detenuto nei campi libici che sono lager. Dobbiamo evacuare quei campi attraverso corridoi umanitari; agir e in Africa con la cooperazione. Non ci sono flussi, ci sono donne, uomini, bambini».
Giovanna Casadio

(la Repubblica 17 febbraio)