domenica 9 febbraio 2020

SOLO IN ITALIA LA PAROLA SINODO È UNA PAROLACCIA

Sono 37 mila le persone che in Spagna stanno partecipando ai gruppi di lavoro per il prossimo Congresso nazionale dei laici cattolici, indetto a Madrid dal 14 al 16 febbraio. Sono loro, e non i burocrati della conferenza episcopale, ad aver prodotto l'instrumentum laboris che sarà dibattuto e votato durante i lavori. La preparazione è durata mesi e ha coinvolto le diocesi, le congregazioni religiose, i movimenti e le associazioni dell'intero Paese, in modo diffuso e egualitario.
Ma cosa lamentano i laici spagnoli? La perdita della centralità dell'eucarestia, l'eccessivo centralismo, la marginalizzazione del ruolo delle donne e la scarsa considerazione delle vocazioni laicali. Cambiando cielo e lingua gli stessi temi, dopo un'accurata preparazione iniziata la prima domenica di Avvento del 2019, porteranno la Chiesa cattolica tedesca a riunirsi in sinodo per discutere sulla separazione del potere nella Chiesa; la vita sacerdotale oggi; il ruolo delle donne nella Chiesa; l'amore e la sessualità nelle coppie.
«La Chiesa svizzera è in fiamme» hanno scritto poi i cattolici elvetici al Papa, giudicando la situazione paragonabile a quella vissuta 500 anni fa, alla vigilia della Riforma. Chiedono che si separino (limitando, condividendo e controllando) i poteri nella Chiesa; dei tribunali indipendenti dove i fedeli siano liberi di far valere i propri diritti e di decidere a livello locale le condizioni, celibato e donne comprese, per accedere all'episcopato e al sacerdozio. Anche la Chiesa cattolica austriaca, che dichiara volersi porre in un cammino sinodale, si e già impegnata «a fare il possibile nell'ambito delle attuali linee guida ecclesiastiche per coinvolgere le donne in una leadership concreta a tutti i livelli delle diocesi».
Solo in Italia pare che la parola "sinodo" sia considerata, dai nostri presuli, una parolaccia.
Filippo Di Giacomo

(il Venerdì, 31 gennaio 2020)