SOLO IN ITALIA LA PAROLA SINODO È UNA PAROLACCIA
Sono 37 mila le persone che in Spagna stanno partecipando ai gruppi di lavoro per il prossimo Congresso nazionale dei laici cattolici, indetto a Madrid dal 14 al 16 febbraio. Sono loro, e non i burocrati della conferenza episcopale, ad aver prodotto l'instrumentum laboris che sarà dibattuto e votato durante i lavori. La preparazione è durata mesi e ha coinvolto le diocesi, le congregazioni religiose, i movimenti e le associazioni dell'intero Paese, in modo diffuso e egualitario.
Ma cosa lamentano i laici spagnoli? La perdita della centralità dell'eucarestia, l'eccessivo centralismo, la marginalizzazione del ruolo delle donne e la scarsa considerazione delle vocazioni laicali. Cambiando cielo e lingua gli stessi temi, dopo un'accurata preparazione iniziata la prima domenica di Avvento del 2019, porteranno la Chiesa cattolica tedesca a riunirsi in sinodo per discutere sulla separazione del potere nella Chiesa; la vita sacerdotale oggi; il ruolo delle donne nella Chiesa; l'amore e la sessualità nelle coppie.
«La Chiesa svizzera è in fiamme» hanno scritto poi i cattolici elvetici al Papa, giudicando la situazione paragonabile a quella vissuta 500 anni fa, alla vigilia della Riforma. Chiedono che si separino (limitando, condividendo e controllando) i poteri nella Chiesa; dei tribunali indipendenti dove i fedeli siano liberi di far valere i propri diritti e di decidere a livello locale le condizioni, celibato e donne comprese, per accedere all'episcopato e al sacerdozio. Anche la Chiesa cattolica austriaca, che dichiara volersi porre in un cammino sinodale, si e già impegnata «a fare il possibile nell'ambito delle attuali linee guida ecclesiastiche per coinvolgere le donne in una leadership concreta a tutti i livelli delle diocesi».
Solo in Italia pare che la parola "sinodo" sia considerata, dai nostri presuli, una parolaccia.
Filippo Di Giacomo
(il Venerdì, 31 gennaio 2020)
Sono 37 mila le persone che in Spagna stanno partecipando ai gruppi di lavoro per il prossimo Congresso nazionale dei laici cattolici, indetto a Madrid dal 14 al 16 febbraio. Sono loro, e non i burocrati della conferenza episcopale, ad aver prodotto l'instrumentum laboris che sarà dibattuto e votato durante i lavori. La preparazione è durata mesi e ha coinvolto le diocesi, le congregazioni religiose, i movimenti e le associazioni dell'intero Paese, in modo diffuso e egualitario.
Ma cosa lamentano i laici spagnoli? La perdita della centralità dell'eucarestia, l'eccessivo centralismo, la marginalizzazione del ruolo delle donne e la scarsa considerazione delle vocazioni laicali. Cambiando cielo e lingua gli stessi temi, dopo un'accurata preparazione iniziata la prima domenica di Avvento del 2019, porteranno la Chiesa cattolica tedesca a riunirsi in sinodo per discutere sulla separazione del potere nella Chiesa; la vita sacerdotale oggi; il ruolo delle donne nella Chiesa; l'amore e la sessualità nelle coppie.
«La Chiesa svizzera è in fiamme» hanno scritto poi i cattolici elvetici al Papa, giudicando la situazione paragonabile a quella vissuta 500 anni fa, alla vigilia della Riforma. Chiedono che si separino (limitando, condividendo e controllando) i poteri nella Chiesa; dei tribunali indipendenti dove i fedeli siano liberi di far valere i propri diritti e di decidere a livello locale le condizioni, celibato e donne comprese, per accedere all'episcopato e al sacerdozio. Anche la Chiesa cattolica austriaca, che dichiara volersi porre in un cammino sinodale, si e già impegnata «a fare il possibile nell'ambito delle attuali linee guida ecclesiastiche per coinvolgere le donne in una leadership concreta a tutti i livelli delle diocesi».
Solo in Italia pare che la parola "sinodo" sia considerata, dai nostri presuli, una parolaccia.
Filippo Di Giacomo
(il Venerdì, 31 gennaio 2020)