lunedì 16 marzo 2020

DALLE COMUNITA' DI VIA CITTA' DI GAP E DI PIOSSASCO

1) Lella Suppo è  diventata nonna per la seconda volta. E' nato Leonardo. Auguri  anche ai genitori e al fratellino.
2) Angelo Paoletti del gruppo biblico del pomeriggio 10 giorni fa ha visto la sagoma della morte passargli vicino, si chiamava coronavirus, poi….ha cambiato idea e se n'è andata. E' in ospedale e sta meglio….
3)In queste settimane da molte parti accedono al blog in modo crescente. Cerchiamo come gruppo collaboratori di renderlo sempre più "nutriente", critico e costruttivo per il nostro cammino di fede.
Chi può e desidera partecipare a questa "impresa" mandi liberamente le sue riflessioni, preghiere, proposte...
4) Da questa sera pubblichiamo anche il contributo sempre prezioso della comunità  cristiana di base di Piossasco che ci ha inviato un messaggio e una preghiera.

La Comunità di base di Piossasco, in questi giorni di forzato isolamento manterrà i contatti via mail, ogni giorno a turno invieremo una preghiera o il commento a un brano biblico, la nostra fede deve essere vivificata, non lasciamola assopire con il Coronavirus. Ecco i pensieri per oggi
Carla

Hetty Hillesum (Nata nel 1914 in Germania da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica morì ad Aschwitz nel 1943. Il suo diario ritrovato fortunosamente venne pubblicato nel 1981)

Mio Dio, prendimi per mano,
ti seguirò,
non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose
che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto
e nel modo migliore.
Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,
che un simile momento
debba durare in eterno,
saprò anche accettare
l'irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono,
ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo purché
tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora,
e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò,
io cercherò
d'irraggiare un po' di quell'amore,
di quel vero amore per gli uomini
che mi porto dentro.


Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi.
Stanotte per la prima volta ero sveglia 
al buio con gli occhi che mi bruciavano, 
davanti a me passavano immagini 
su immagini di dolore umano. 
Ti prometto una cosa, Dio, 
soltanto una piccola cosa: 
cercherò di non appesantire l’oggi 
con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani – 
ma anche questo richiede una certa esperienza. 
Ogni giorno ha già la sua parte. 
Cercherò di aiutarti 
affinché tu non venga distrutto 
dentro di me, 
ma a priori non posso promettere nulla. 
Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, 
e cioè che tu non puoi aiutare noi, 
ma che siamo noi a dover aiutare te, 
e in questo modo aiutiamo noi stessi. 
L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, 
e anche l’unica che veramente conti, 
è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. 
Forse possiamo anche contribuire a disseppellirti 
dai cuori devastati di altri uomini. 
Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto 
per modificare le circostanze attuali 
ma anch’esse fanno parte di questa vita. 
Io non chiamo in causa la tua responsabilità, 
più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. 
E quasi a ogni battito del mio cuore, 
cresce la mia certezza: (…) 
tocca a noi aiutare te, 
difendere fino all’ultimo la tua casa in noi. 
Esistono persone che all’ultimo momento 
si preoccupano di mettere in salvo 
aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento –
invece di salvare te, mio Dio.