Emergenza locuste l’ultima piaga biblica sta divorando l’Africa
di Giampaolo Cadalanu
Narra
la Bibbia che le cavallette «coprirono tutto il paese d’Egitto, così
che ne fu oscurato. Divorarono ogni erba della terra e ogni frutto
d’albero che la grandine aveva risparmiato: nulla di verde rimase sugli
alberi e delle erbe dei campi». In quel tempo la piaga era stata inviata
dal Signore per punire l’arroganza del faraone, che non voleva lasciar
partire il popolo ebraico.
Stavolta però le nuvole fitte di insetti,
pronti a spazzare via raccolti e pascoli, rischiano invece di provocare
nuove carestie, e con tutta probabilità anche nuovi esodi in massa. Al
centro del fenomeno c’è la regione fra il Corno d’Africa e il mar Rosso,
una zona che soffre anche di instabilità politiche. Dall’inizio
dell’anno immensi sciami stanno devastando Kenya, Etiopia, Somalia e
Yemen, grazie anche a particolari condizioni climatiche che ne
favoriscono la riproduzione. Di norma le diverse specie sono stanziali, e
restano nell’area desertica fra Africa, Medio Oriente e Sud-Ovest
dell’Asia. È una zona di 16 milioni di chilometri, che comprende 30
Paesi. Ma stavolta è dal “quartiere vuoto”, l’area più desertica della
Penisola arabica, che la piaga è partita. A far nascere il problema è
stata una imprevedibile coincidenza di fattori come il passaggio del
ciclone Pawan, che ha lasciato umidità nelle sabbie e ha favorito la
riproduzione, o la presenza di venti che hanno favorito lo spostamento
in volo degli sciami. Questi elementi hanno favorito tre cicli di
riproduzione indisturbati, dicono gli specialisti: il numero degli
insetti è cresciuto di ottomila volte. «È difficile isolare una causa
predominante — sottolinea Daniele Donati, vicedirettore Fao per le
emergenze — e in fin dei conti non vale la pena.
Semmai è importante
ribadire quanto sia fondamentale la rapidità della risposta. Se le
lasciamo riprodurre in pace, a giugno saranno aumentate di 400 volte».
A
rendere pericolosa la cavalletta del deserto è una caratteristica
unica: di norma l’animale vive solitario, senza costituire una minaccia.
In condizioni particolari, invece, diventa “gregario”: si unisce ad
altri individui, fino a formare sciami che contano dai 40 agli 80
milioni di individui per chilometro quadrato. E in questo momento,
segnala l’agenzia Onu, certi sciami arrivano a 2.400 chilometri
quadrati. In altre parole, si parla dell’aggregazione di 100-200
miliardi di insetti. Nella sua fase gregaria, la locusta subisce una
specie di mutazione: i maschi crescono un poco, le femmine diventano
poco più piccole, ed entrambi assumono un colore giallo brillante, da
marron-grigie che erano. L’aspetto più inquietante, però, è la voracità:
gli insetti in gruppo diventano più aggressivi e consumano in un giorno
l’equivalente del proprio peso. Uno sciame di un chilometro quadrato
spazza via l’equivalente in calorie di una città con 35 mila abitanti.
In più, con l’aiuto del vento le cavallette possono viaggiare per
150-200 chilometri al giorno, allargando quindi la zona depredata.
La
Fao sta coordinando l’azione dei diversi Stati e ha fatto un appello,
firmato anche dal Programma alimentare mondiale Wfp e dall’Ocha,
l’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari: servono 138
milioni di dollari. Dieci milioni sono arrivati dalla “Bill and Melinda
Gates Foundation”, l’ente benefico del fondatore di Microsoft e della
moglie. Ogni ritardo negli interventi sarà costoso, perché dietro alle
cavallette c’è la fame.
L’azione degli sciami mette a rischio la
sicurezza alimentare di 19 milioni di persone, colpendo il settore
primario per intero, perché compromette sia il lavoro degli agricoltori
che degli allevatori. L’intervento consiste nell’irrorare gli sciami con
pesticidi e biopesticidi. L’agenzia alimentare dell’Onu preme per il
rispetto delle normative internazionali, ma c’è anche chi suggerisce
metodi alternativi: il governo cinese ha “schierato” centomila anatre,
che dovrebbero affrontare l’invasione con metodi più semplici e
sicuramente ecologici.
La Repubblica 27/02