mercoledì 4 marzo 2020

INVITO PRESSANTE ALLA LETTURA

Antonio Guagliumi, Buone notizie dal Gesù storico, Edizioni "Il mio libro" , pgg.144, euro 13,50.
Dietro e dentro le pagine di questo libro vedi la lunga marcia culturale, spirituale e comunitaria dell'Autore.
Si tratta di pagine scritte con rigore in cui l'Autore non si mette mai nei panni del docente, non sale mai in cattedra. Da vero maestro, affronta le questioni nodali come un abile ed appassionato narratore che sa intrecciare esegesi, storia e vita.
Se da una parte il libro non presenta mai pagine scontate, dall'altra le conoscenze interferiscono con la vita di fede del narratore, quasi senza interruzione del discorso. L'esegeta non trova in queste pagine questioni inedite, ma la presentazione viene condotta anche per mettere in questione forme tradizionali del linguaggio e della simbologia religiosa, come nel caso della Sindone di Torino e delle varie apparizioni mariane. Il lettore percepisce un legame profondo tra ricerca e pastorale. Su alcuni particolari posso essere non completamente d'accordo, ma queste pagine costituiscono davvero una buona notizia, non solo per le preziose informazioni che trasmettono, ma perché rompono il dogma clericale della inaccessibilità degli studi biblici al popolo di Dio.
Quando si compie un cammino comunitario in modo serio, si incontrano maestri e si compiono esperienze in cui uomini e donne (i cosiddetti laici) diventano adulti nella fede, capaci di affrontare le questioni centrali dell'esperienza di una fede, di una comunità, di una costruzione dogmatica con i suoi sviluppi e le sue involuzioni. Non c'è da attendere ulteriormente: nella nostra chiesa esistono già oggi donne e uomini che sanno vivere, ragionare, progettare e costruire ministerialità in modo responsabile e fecondo. Il libro ne è un esempio.
Lo si dica chiaramente: questa nostra chiesa vive un imperante clericalismo che si alimenta quanto più regna sovrana l'ignoranza biblica.
Il libro di Antonio Guagliumi, membro attivo della comunità cristiana di base San Paolo di Roma, non solo rende accessibili a molti  le ricerche centrali sul Gesù storico, ma indica quanto il percorso della lettura e dello studio della Bibbia sia da mettere al centro di un serio cammino comunitario di chi voglia non girare tutta la vita attorno al castello dogmatico.
Per questo raccomando vivamente la lettura di questo libro che ha un pregio raro e piacevole a chi non ha familiarità con i "tomi" teologici voluminosi. In queste 140 pagine si trova una sintesi affidabile che non sacrifica il rigore dell'informazione: il buon genio della chiarezza che non compromette la serietà della ricerca.
Intanto, mentre invio un saluto grato ed affettuoso ad Antonio, non posso non rivolgere un pensiero riconoscente al teologo e amico Giuseppe Barbaglio il cui lavoro teologico rimane per molti di noi tuttora assai prezioso, come bene ci ha ricordato Antonio Guagliumi.
Franco Barbero