venerdì 20 marzo 2020

IN DIALOGO

Caro Guido,
grazie della bella sintesi che mi hai inviato .
Vedo che, aldilà di alcune differenze , la ricerca è assai convergente e ci fornisce un quadro complessivamente sempre più storicamente affidabile.
  1. Nella fede e nel percorso di Gesù vedo il profeta apocalittico che ha congiunto l'agire oggi e la fiducia nell'intervento di Dio. La sua “oscillazione” tra il profetico e l'apocalittico fa parte del suo percorso personale. Direi che in Gesù le due dimensioni sono inseparabili, come in molti passi della “scuola di Isaia”.
  2. Penso che sia definitivamente sepolta l'ideologia secondo la quale Dio avrebbe progettato la morte espiatoria di Gesù. Solo che, bel oltre la Pasqua, il “Gesù morto per i nostri peccati” è la bestemmia liturgica più ripetuta e dura a tramontare.
  3. Resta il fatto che in questi giorni, mancando ogni vera acquisizione della ebraicità di Gesù, nelle preghiere, nelle riflessioni, nelle celebrazioni regna sovrana la confusione. La pietra miliare del rinnovamento viene oscurata se non si acquisiscono i dati storici che ci restituiscono un Gesù totalmente ebreo, sempre ebreo. Purtroppo molti cristiani di varie appartenze fanno fronte comune per fare prevalere la dogmatica sulla storia La strada per ritrovare il nucleo essenziale della fede ebraico-cristiana, è ancora molto lunga: facciamo la nostra piccola parte.
    Franco Barbero