sabato 21 marzo 2020

Le calamità degli altri

Una femmina di Schistocerca gregaria, meglio nota come locusta migratoria e/o cavalletta del deserto, può deporre fino a 160 uova cinque volte l'anno. Sono grandi insetti di colore giallo ocra che quando formano sciami subiscono alterazioni metaboliche e comportamentali, sviluppando una voracità che le costringe a nutrirsi di foglie, germogli, frutti, semi e fiori e dona loro la capacità di spostarsi in volo di 150 chilometri in 24 ore. La schiusa delle uova quest'anno è stata favorita da particolari condizioni climatiche e ambientali, sicché la riproduzione delle cavallette si è moltiplicata di migliaia di volte, tanto da formare battaglioni di decine di milioni di esemplari per chilometro quadrato, in grado di divorare una quantità di cibo necessario a 35 mila persone. Attualmente le cavallette infestano vaste regioni dell'Africa orientale. Dopo avere attraversato dallo Yemen il Mar Rosso, hanno raggiunto Gibuti, Somalia, Etiopia, Uganda, Sud Sudan, Kenya, Uganda e Tanzania. Cioè alcune delle nazioni più povere della terra, popolate da centinaia di milioni di persone già afflitte da malnutrizione e patologie per cui scarseggiano la profilassi e la cura.
Sono centinaia di miliardi di insetti. Li abbiamo visti in azione nei brevi servizi spettacolari che i nostri telegiornali piazzano in coda ai notiziari quando la cronaca gliene lascia lo spazio. Per loro non adoperiamo né la parola epidemia né la parola pandemia. È rimasta inascoltata la voce dell'epidemiologo padovano Leopoldo Salmaso che da 42 anni opera nel Cuamm (Medici con l'Africa), una straordinaria organizzazione di volontariato attiva da settant'anni. Il dottor Salmaso, che in questo momento si trova a Dar es Salaam in Tanzania, calcola che la distruzione in atto di coltivazioni di riso, mais, orzo, canna da zucchero, banani e palme da dattero metterà a repentaglio la vita di venti milioni di africani. Sommandosi alla piaga della desertificazione in corso nelle regioni subsahariane del continente. Per intraprendere una disinfestazione efficace a base di biopesticidi, e scongiurare gli ulteriori pericoli derivanti dall'avvelenamento delle piantagioni, occorrerebbe lo stanziamento di una somma di denaro non di molto superiore a cento milioni di dollari. Finora ne sono stati raccolti solo un quinto. Naturalmente il dottor Salmaso non ha resistito alla tentazione di comparare tale investimento alle spese sanitarie che destiniamo ad altre emergenze. Ma questo, si sa, è "solo" il punto di vista di chi crede che l'umanità sia una sola. E che, più prima che poi, quel che succede in Africa ci riguarderà da vicino.
P.S. Ogni riferimento a eventi calamitosi in corso in altre regioni del pianeta è puramente casuale.
Gad Lerner
(Il Venerdì, 6 marzo 2020)